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Foto di repertorio

Sconfiggere i pregiudizi per la cannabis, pianta di straordinarie qualità, utili in campo terapeutico, in ambito alimentare e per realizzare altri prodotti. È la sfida di un’imprenditrice sassarese dopo un’esperienza personale “iniziata male e finita bene”, come racconta. Laura Cosentino, 40 anni, cofondatrice e socia di Janas Food, che seleziona, vende ed esporta prodotti tipici sardi d’eccellenza, ha fondato CannabiSquare.

Il suo marchio è un franchising degli store con cui commercializzerà nel mondo cibi tipici sardi a base di farina di canapa e semi di canapa, prodotti da una filiera “made in Sardinia”, dalla produzione alla trasformazione, dal packaging alla distribuzione. Una “fabbrica” che coinvolge agronomi, nutrizionisti e altri specialisti, ma anche aziende artigianali sarde specializzate in prodotti della tradizione: formaggi, salumi, dolci, pane carasau e olio. Il primo snodo della rete è in via Amendola, nel centro di Sassari, dove aprirà il secondo store. Ma il network toccherà anche Cagliari, Torino, Milano e Barcellona.

Del progetto colpisce anche la genesi. Due anni fa una grave forma di artrite reumatoide ha costretto all’immobilismo Laura Cosentino. Consulti medici, analisi, cure, farmaci: nessun risultato. Poi è entrata in contatto col neuropsichiatra Alfonso Mastropietro, che opera tra Torino e Londra, un luminare in tema di malattie neurodegenerative e pioniere delle cure con la cannabis e la sua vita è cambiata. Oggi Laura Cosentino non porta segni del problema con cui convive.

“Faccio una normale vita di moglie, mamma e imprenditrice”, racconta. E vuole capitalizzare quanto di straordinario le è successo. Da donna che ha ritrovato la salute, vuole essere testimonial di un mondo fatto di ricerca, cure, scoperte, percorsi farmacologici e sanitari di cui si sa poco e su cui gravano pesanti retaggi culturali. Da imprenditrice vuole investire sull’altissima salubrità e capacità nutrizionale dei prodotti. Da esperta di eccellenze alimentari – è anche chef Gambero Rosso – rilegge attraverso la filiera artigianale la contaminazione con farina e semi di canapa, ad altissimo potenziale nutritivo, ma meno grassi e meno nocivi.

“Dall’esperienza che ho vissuto è nata l’idea imprenditoriale, che sfida anzitutto stigmi culturali, eccessi di burocrazia e diffidenze – racconta Laura Cosentino – Ho deciso di affrontare pregiudizi e disinformazione dopo il successo dell’h24 inaugurato lo scorso maggio”. Secondo Alfonso Mastropietro, “la diffidenza riguarda anche la sfera medica, sulle terapie a base di cannabis resistono forti pregiudizi”. Per il neuropsichiatra “il percorso per arrivare a classificarli come integratori alimentari a scopo terapeutico è ancora lungo, ancora serve la ricetta galenica. Da anni si prescrivono antidolorifici a base di oppio – spiega – serve un cambio di passo culturale anche per la cannabis”.