E’ in libreria l’ultima fatica di Roberto Deriu, ‘La Pantera di Bultei’, un romanzo edito da Condaghes “sul mondo oggi, senza verità, sulla generazione di chi ha tra i 20 e i 40 anni, figli superstiti della crisi. Una fotografia sulla Sardegna metafora della civiltà umana e della sua presunta immortalità”, spiega Roberto Deriu. Bultei è un piccolo paesino di 900 anime della Provincia di Sassari, che assurse alle cronache regionali per una presunta pantera scappata da un recinto che si aggirava nei monti del Goceano. Furono ‘trovate’ le sue tracce, terrorizzò intere popolazioni,ma non fu mai avvistata.

 

E’ quindi un romanzo “della postverità” che sviluppa un intreccio che avvolge, secondo un linguaggio metaforico e la combinazione di più piani narrativi, i temi essenziali della vita contemporanea: il diritto alla conoscenza, la libertà e la privacy nella società digitale,l’alienazione della persona nello Stato burocratico; la caduta del desiderio e l’estinzione della famiglia; la perdita del’identità e la disintermediazione; il tramonto della democrazia rappresentativa e l’avvento di nuovi totalitarismi.

 

Presidente della Provincia di Nuoro, Consigliere regionale della Sardegna con il Pd, Roberto Deriu, segnato da una dura lotta personale, vinta con un nemico invisibile, ha sempre amato e difeso gli ultimi ed ha voluto mettere nero su bianco “un nuovo manifesto liberale e umanista, che invoca la rivoluzione della coscienza e l’insurrezione della persona umana contro l’algoritmo ottuso e severo che vuole dominare la società per tramite di un’insensata ideologia del dominio. La Pantera di Bultei, nata come leggenda che terrorizza la gente per conto del potere, si trasforma nella forza liberatrice dell’umanità”.

 

“La pantera è un animale che mi affascina da quando mi raccontarono, da bambino, il Libro della Giungla di Kipling. Ma le insistenti notizie di cronaca – spiega l’autore -, dell’aggirarsi in Sardegna di un felino misterioso, chiamato dai giornali “La pantera di Bultei” (perché era stata avvistata nei paraggi di quel paese), mi diedero l’idea di un libro su questi anni di postverità, nei quali la crisi deprezza ogni certezza, e la verità è diventata un bene di scarsissimo valore”.

 

“È un romanzo che volevo scrivere da tanti, troppi anni. Per questo motivo – prosegue Deriu – ho concentrato nelle sue 200 pagine una miriade di riferimenti letterari e li ho distribuiti su molti piani di lettura. È un libro che possono leggere tutti, ma ognuno inventerà tra le pagine il proprio percorso, e troverà il romanzo vicino ai suoi sentimenti. È un libro che contrasta la cultura dell’omologazione ottusa e severa degli algoritmi che dominano la comunicazione e, ormai, il pensiero”.

 

“Il mondo che descrivo – continua l’autore -, tramite la Sardegna apocalittica e decadente de ‘La Pantera di Bultei’, è dominato da un potere disancorato dai valori umani. In quel mondo l’esilio della verità rende la libertà un bene non più minacciato, ma inconcepibile. Per restare nella cronaca, la quale ha già superato in fantasia il mio romanzo, è un libro che esplora la nostra cultura di massa a 370°”. Si! A 370 gradi!