Il XIV secolo nell’isola, fu il secolo della Resistenza, della consapevolezza isolana di potere essere nazione, sentimento che passò attraverso i Giudici d’Arborea, che avevano compreso come l’indipendenza del proprio giudicato e della Sardegna, potesse essere l’unica cura per i propri territori.

Mariano IV giudice d’Arborea e di quasi l’intera isola per trent’anni, impostò una nazione Sarda, la sua attività legislativa mirava a fare fiorire la società sarda, abolì nel 1353 la servitù, quello sarebbe potuto essere il mai stato Rinascimento isolano. Invece fu dominazione spagnola, quattrocento anni di servitù, un’isola che passo da giudici illuminati e un buon tenore di vita, a bene da spremere per le casse della corona Aragonese. Spagnoli divennero i re, i viceré e i feudatari, la burocrazia, il clero, gli addetti al controllo di città e porti, gli esattori di tasse e gabelle, la giustizia che rendeva i vassalli servi. Si moltiplicavano i titoli nobiliari, fiumane di baronie e marchesati, contee e viscontee, tutto con la finalità di spremere le linfe vitali locali. Lingua e linguaggi dell’arte resistettero a tutto questo, ma in clandestinità, finirono per essere comprese dagli spagnoli, che si limitarono a usare tali conoscenze per farsi capire e sfruttare meglio i loro vassalli.

La mancanza di Rinascimento Artistico, culturale e umanistico nell’isola comparato con l’altrove, ha su tutto, la responsabilità Spagnola; un’aristocrazia pigra e indolente, una borghesia sciacalla, furba e opportunistica, non curante e ignorante, non coltivò mai l’arte e la letteratura, oziosamente indolente e passiva sulle spalle dell’isola, sistematicamente predatrice, non aveva alcuna connessione culturale con la gente del luogo, aguzzini che usavano il bastone e mai la carota. L’aristocrazia, la burocrazia, i feudatari, il clero, i mercanti, i funzionari erano tutti spagnoli, Catalani, Aragonesi e Castigliani, torchiavano e lasciavano prostrati gli isolani. Così, privi di Rinascimento, arte, cultura e Accademia, in Sardegna si viveva quello che altrove era Rinascimento, questa era la Cagliari d’Aragona nell’isola.

L’Opinione di Mimmo Domenico Di Caterino