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“Mentre i partiti storici presidiavano e intossicavano giornali e televisioni, noi abbiamo lavorato con cellulari e passaparola e abbiamo vinto. I sardi potranno dire la loro”. Lo scrive sul suo blog “Sardegna e libertà”, il segretario del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, ideatore delle “Primarias” e da oggi uno dei cinque candidati che si affronteranno nella consultazione online dal 6 al 16 dicembre. I sardi si esprimeranno “prima di tutto sull’idea di Nazione”, sottolinea l’ex assessore regionale ai Lavori pubblici.

Una delle due schede, infatti, chiede agli elettori – in questo caso che abbiano compiuto i 16 anni di età – se ritengono che “la Sardegna sia una Nazione che, in quanto tale, necessita di maggiori poteri”. Insomma, continua Maninchedda, “si vota, e tra persone normali: nessuno dei candidati ha ruoli istituzionali pubblici, tutti lavorano e vivono del proprio, tutti dedicano alla politica una parte della giornata, nessuno dei candidati ha strutture, denaro e apparati che li difendano”.

Infatti, non ha scelto di correre per le primarias colui che, pur non avendo ancora sciolto le riserve, potrebbe guidare la coalizione di centrosinistra alle prossime regionali di febbraio, e cioè il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Che non ha mai nascosto di essere a favore della celebrazione di primarie, “in caso contrario rinnegherei la mia storia politica”, ma con regole condivise e non stabilite da una sola forza politica.