“Petrolio dell’Isis alla Saras”, Report pubblica inchiesta, ma azienda smentisce

Negli ultimi anni sono entrate nel nostro paese milioni di tonnellate di petrolio di contrabbando, a dirlo non è un pazzo che vive in un pianeta diverso dal nostro, ma un inchiesta giornalistica che l’altro giorno è andata in onda sulla Rai durante la trasmissione Report.

Un argomento, quello del petrolio dell’Isis che Cagliaripad aveva affrontato nel 2015 pubblicando un articolo, ma oggi grazie a Report esce ufficialmente fuori il nome della Saras di Sarroch, anche se l’azienda in fretta e furia a smentito tale informativa.

“Il petrolio viene venduto a un certo numero di società private, mentre la maggior parte va ad una raffineria italiana posseduta da [nome rimosso] uno dei maggiori azionisti di una società calcistica italiana, dove l’olio è raffinato ed utilizzato localmente”.

A riportare le dichiarazioni di un funzionario di una importante società petrolifera internazionale è Al Araby al Jaded  che lo ha intervistato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico dell’oro nero tra lo Stato Islamico e Israele.

Durante l’occupazione della Siria da parte dell’Isis, molte società europee, incluse alcune italiane, hanno acquistato grezzo proveniente dai territori del Califfato. Un broker italiano, che ha lavorato per i più importanti trader internazionali, ha raccontato a Report i trucchi usati per far uscire il carburante dal confine siriano.

Sembrerebbe che persino la Marina Militare Italiana ha acquistato gasolio di contrabbando, ignorandone l’origine illegale.

L’inchiesta è andata oltre citando proprio la Saras dei Moratti come una delle acquirenti del petrolio dalla Siria occupata dall’Isis, ma l’azienda ha, con una nota, smentito categoricamente questa ipotesi.

 

 

"Petrolio dell’Isis a raffineria italiana, il proprietario è imprenditore del calcio"