aias-lavoratori-senza-stipendio-appello-ad-arru

“Apprendiamo che l’AIAS ha indetto una assemblea per il giorno 25 novembre presso il Centro Congressi della Fiera alla quale invita tutti i soci, gli operatori, ecc.. a partecipare. Non bisogna avere la sfera di cristallo per prevedere una partecipazione numerosa e forse anche rumorosa dato il clima che s’è venuto a creare intorno al caso AIAS”. Lo scrive in una nota l’Unione sindacale di base.

“La notizia di per sé sarebbe una buona notizia – continua il comunicato – poiché potrebbe essere questa una buona occasione per spiegare i motivi per cui, da sempre, l’Associazione si trova a pagare gli stipendi ai propri dipendenti con parecchie mensilità di ritardo. E sarebbe quanto mai opportuno che lo faccia giusto adesso che le mensilità in arretrato ammontano a 9-10. Che spieghi il motivo per il quale l’Azienda ha “scaricato” più di cento dipendenti, per ragione di bilancio e ciò malgrado il bilancio continua a segnare il rosso fisso. Che spieghi il motivo del licenziamento di quattro colleghi che, a vario titolo, erano impegnati in azioni sindacali”.

“Abbiamo l’impressione, per quel ch’è dato di leggere, che la dirigenza dell’Aias voglia trasformare questa assemblea in una kermesse per addossare le colpe dei propri fallimenti sulle spalle della Regione. E magari che questa possa essere il preludio per “una marcia sulla Regione”. Sarebbe questo un film già visto in più occasioni, soci e lavoratori a fungere da teste d’ariete per scardinare le casse della Regione, con il risultato, poi, di vedere incancreniti i problemi preesistenti. E questa impressione viene rafforzata nel leggere le dichiarazioni di un certo signor Pili, che accusa la Regione di non pagare i debiti che ammonterebbero a svariati milioni, e lo fa, il signor Pili, fingendo di ignorare che parte di quei crediti (presunti) si sono accumulati negli anni, anche negli anni in cui egli sedeva in Consiglio Regionale, e perfino allorquando egli occupava la poltrona di Presidente della Giunta! La nostra Organizzazione, al contrario di quanto asserisce il signor Pili, è convinta che la Regione ha gli strumenti e dispone delle risorse per assicurare le cure ai pazienti in modo dignitoso e che lo possa fare garantendo i diritti dei lavoratori, primo fra tutti quello di vedersi retribuito il proprio lavoro con puntualità e senza bisogno di ricorrere al giudice.
Respingiamo, dunque, il terrorismo psicologico che si cerca di spargere solo perché si vedono minacciate le rendite di posizione di “amici” o amici degli amici. Conosciamo benissimo le disfunzioni della sanità pubblica, Non ci sono ignote le odiose ed interminabili liste d’attesa, non ci stancheremo di denunciare le gestioni clientelari, l’uso abnorme di consulenze e il sistema puramente ragioneristico con il quale certi “manager” intendono condurre le strutture pubbliche. Continuiamo ad essere contrari alla chiusura di ospedali nelle zone periferiche dell’Isola, e continueremo con gli strumenti di cui disponiamo, e con gli alleati che ci è dato di avere, a combattere perché queste disfunzioni cessino. Continueremo a lottare per una sanità pubblica e di qualità, contro ogni forma di privatizzazione, conosciamo le angosce in cui si imbattono i familiari che hanno in dono un congiunto che abbisogna di un certo tipo di cure, e per questo pensiamo che solo un sistema sanitario pubblico, o rigidamente controllato dal pubblico, possa garantire loro la necessaria serenità”.

Altrettanto coscienti siamo della dedizione, ed abnegazione, con la quale si trovano ad operare i lavoratori in questo settore, e per questo pensiamo che essi per primi hanno bisogno di un clima sereno e non di un clima permeato da ricatti, clientelismi ed insicurezza economica, per questo diciamo che questa gestione va sostituita perché manifestamente incapace. Noi diciamo che la Regione è sì colpevole, lo è stata fin dall’inizio, per aver lasciato che un settore tanto delicato come quello della riabilitazione venisse gestito da un quasi monopolio privato con soldi pubblici.  Adesso apprendiamo che l’Assessore sembra deciso ad invertire, almeno in parte, la rotta che ha portato solo insicurezza economica fra i lavoratori ed una montagna di danaro pubblico che finisce in qualche buco nero di un pozzo il cui fondo è impossibile intravvedere.

“Noi – conclude –che non abbiamo lesinato in critiche, adesso, in questa occasione diciamo: Bene! Questa ci sembra la strada giusta! Se qualcuno dice che è tardi, rispondiamo meglio tardi che mai! Noi continueremo a vigilare. Vigileremo a che alle parole seguano i fatti! Che si proceda ad una gestione pubblica della riabilitazione dei pazienti quanto prima”.