Nel 2017 si sono verificati in Sardegna 3.425 incidenti stradali che hanno causato la morte di 90 persone e il ferimento di altre 5.045.

Rispetto al 2016, diminuiscono sia gli incidenti (-2,4%) che i feriti (-2,8%), in misura superiore ai dati nazionali (rispettivamente -0,5% e -1,0%); diminuisce anche il numero di vittime della strada (-15,1%) a fronte di un aumento del dato nazionale (+2,9%). E’ quanto rivela il focus pubblicato dall’Istat. Tra il 2001 e il 2010 le vittime della strada si sono ridotte del 50%, più della media nazionale (-42%) ed è andata ancora meglio tra il 2010 e il 2017: -15,1% e -17,9%, anche se in questo periodo è aumentato l’indice di mortalità, da 2,5 a 2,6 deceduti ogni 100 incidenti, che cresce soprattutto a Carbonia, Iglesias, Alghero e Villasor mentre diminuisce a Villacidro e Quartu S.Elena.

Le strade più pericolose dell’Isola, sempre secondo l’Istat, sono le statali 196 (Villasor), 129 (Nuoro-Orotelli), 128 (Ussana, Gavoi), 125 e alcuni tratti della 131. Anche se nel 2017 il maggior numero di incidenti (2.272, il 66,3% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 29 morti (32,2% del totale) e 3.136 feriti (62,2%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano dell’1,1% in ambito urbano e diminuiscono dell’8,6% sulle strade extraurbane. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane, con 5,3 decessi ogni 100 incidenti, contro 1,3 sulle strade urbane.

Nel periodo primaverile ed estivo la concentrazione degli incidenti è più elevata, in coincidenza con la maggiore mobilità legata a periodi di vacanza. Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 39,9% degli incidenti notturni, il 53,3% delle vittime e il 40,5% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 3,9 decessi ogni 100 incidenti. Infine il costo sociale dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in quasi 386 milioni di euro (233,8 euro pro capite) in Sardegna; la regione incide per il 2,2% sul totale nazionale.