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Il 38enne libanese di origini palestinesi arrestato a Macomer con l’accusa di essere affiliato all’Isis, Amini Alhaj Ahmad, aveva supportato un suo cugino in Libano per la pianificazione di un attentato nello stesso Paese mediorentale.

L’attentato prevedeva l’avvelenamento con la ricina di una cisterna d’acqua da cui si riforniva una caserma dell’esercito libanese. E’ per questo che le indagini dell’Antiterrorismo proseguono anche per verificare se l’attentato pianificato dal 38enne a Macomer potesse essere diretto alla sede del Comando della Brigata Meccanizzata “Sassari” di stanza nello stessa cittadina sarda.

Una circostanza che finora però non è emersa. L’arresto è scattato perché secondo gli investigatori il 38enne, dopo aver prelevato 5.700 euro dal suo conto ed essersi messo alla ricerca del suo passaporto, era pronto ad entrare in azione. Precedentemente, dai rilievi informatici sul suo cellulare e sul suo pc, erano già emerse ricerche per l’acquisto di veleni e pesticidi e di siti di propaganda jihadista, oltre alla sua fascinazione per la figura di Al Baghdadi.