Protesta di alcuni produttori dello storico formaggio “Fiore sardo” colpiti dalle speculazioni del mercato. I produttori dell’Oristanese e del Nuorese, all’arrivo del controllo di una società friulana, delegata ai controlli burocratici per la produzione del fiore sardo, hanno reagito distruggendo l’intera produzione della giornata.

I caseifici che stamani hanno distrutto le forme di fiore sardo “sono esasperati dal fatto che nei giorni scorsi hanno venduto il prodotto a quattro euro al chilo scoprendo che Nord Italia è stato rivenduto a 19 euro”. Lo denuncia Mauro Pili, leader di Unidos, che ha raccolto la disperazione dei produttori di ‘Fiore sardo’.

“Tutto questo con una concorrenza sleale degli industriali che non vengono in alcun modo controllati nella produzione di un fiore sardo con latte termizzato e non crudo come prevede rigorosamente il disciplinare della produzione del fiore sardo”, spiega Pili.

Pili e i produttori chiedono “l’immediato commissariamento dei controlli e bloccare la produzione non corrispondente alle storiche e tradizionali modalità di produzione del ‘fiore sardo’ che per le sue caratteristiche può essere prodotto solo in loco e non attraverso trasformazioni industriali”. I produttori chiedono che il Consorzio di Tutela del Formaggio Fiore Sardo D.O.P torni sotto il controllo dei veri produttori e l’immediato intervento del governo.