Fabio Aru riparte da la Playa de La Pineda, a Tarragona, dove dal 10 al 22 dicembre la ‘sua’ Uae Emirates si prepara a porre le basi per la stagione ciclistica che verrà. Una stagione che, per il suo corridore più atteso, può rappresentare la svolta, o comunque l’occasione per il riscatto dopo le delusioni patite nell’anno solare in corso e culminate con la rinuncia al Mondiale su strada a Innsbruck: un Giro d’Italia con ritiro e una Vuelta con caduta, nell’annus horribilis di Aru non è mancato niente, fra dubbi, delusioni e fallimenti.

Fabio, con la tenacia e cocciutaggine che contraddistingue il popolo sardo, ha tuttavia cominciato a guardare lontano e, ciclismo a parte, ha fissato un paletto importante nella vita privata: il matrimonio. Come ha confidato a Tuttobici, in un’intervista che verrà pubblicata sul prossimo numero, “a fine stagione io e Valentina ci sposeremo”. E già questo è un punto di svolta. Aru è desideroso di rimettersi in gioco in una stagione in cui – a 28 anni e mezzo – ci sarà poco spazio per i sogni e le ambizioni, ma necessità di risultati.

“Non mi era mai capitato di vivere una stagione così negativa – le parole di Aru -: il momento più difficile è stato quando mi sono accorto di dover rinunciare al Mondiale in Austria”. Il primo dilemma da risolvere nella nuova stagione è il seguente: Giro o Tour? Se ne parlerà in questo primo campus stagionale della squadra nata negli Emirati Arabi e che avrà come base il Gran Palas hotel. “Ancora nulla si sa sui programmi della squadra – ammette il corridore sardo -. Vedremo il da farsi. C’è tempo per pianificare, sicuramente valutereremo bene e poi sceglieremo”.

Di certo, Aru resta un punto fermo della squadra e poi c’è quell’appuntamento di fine stagione: il più bello e il più importante. “La data è da definire – spiega Aru a Tuttobici – ma il grande passo è deciso”. Un modo per voltare pagina e ricominciare a mostrare i dentoni, come quando pedala a tutta, sottosforzo, in salita.