Un punto d’oro. Non solo per come è stato conquistato (in nove contro undici e all’ultimo secondo), ma perché ha aumentato la distanza dalla “zona calda”: ora le lunghezze dal terzultimo posto sono diventate sei. Un margine di sicurezza abbondante. Soprattutto se si considera che le prossime due partite non sono per niente facili: in casa con il lanciatissimo Napoli e fuori con la Lazio. L’obiettivo è quello di chiudere il 2018 almeno con venti punti.

Traguardo abbordabile se si considera che il Cagliari ora è a quota diciassette e, prima di San Silvestro, ci sono anche le gare con il Genoa in casa e con l’Udinese in Friuli. Per sapere chi potrà avere a disposizione per le prossime sfide Maran ora deve aspettare, anche per se stesso visto visto che sabato è stato espulso, il responso del giudice sportivo. Una cosa è certa: dopo il rosso a Srna e Ceppitelli mezza difesa di sicuro non ci sarà.

In preallarme Pisacane e Faragò, destinato a tornare sulla linea della retroguardia per il ritorno di Barella in mezzo al campo. Bisogna anche valutare in attacco le condizioni di Pavoletti, da alcune settimane – anche quando era in ritiro con la Nazionale – alle prese con qualche problema fisico. Il bilancio dell’ultimo mese – le partite dopo la sconfitta con la Juventus – è molto lineare: quattro pareggi in quattro gare. E tre sfide su quattro hanno qualcosa in comune: il Cagliari ha conquistato, a parte lo zero a zero con il Torino, il punto in rimonta.

È successo con la Spal (da 0-2 a 2-2), poi con il Frosinone (da 0-1 a 1-1) e infine con la Roma (di nuovo da 0-2 a 2-2). Le conclusioni sono abbastanza evidenti. L’aspetto positivo è legato al carattere: il Cagliari ne ha da vendere. Il lato negativo è il presupposto di quello buono: perché i rossoblù devono sempre rincorrere? Maran, una volta sopito l’entusiasmo per l’impresa con la Roma, dovrà lavorare anche su questo. Intanto oggi è atteso un altro verdetto: il Cagliari saprà oggi se giocherà gli ottavi di finale con l’Atalanta io 13 gennaio in casa o in trasferta.