La vestizione del costume fonnese e la preparazione dei piatti tipici, i presepi in ogni angolo a evocare il Natale e persino una anticipazione del carnevale con gli Urthos, Buttudos e sas mascheras limpias vestiti con le pelli di pecora, che si potevano incontrare nelle vie, sui balconi aggrappate ai pali (GUARDA IL VIDEO). E’ stato questo il clima che si respirava a Fonni, per il weekend dell’Immacolata, l’8 e 9 dicembre, alla manifestazione itinerante di Cortes Apertas.

Anche il freddo pungente ha fatto da cornice all’evento all’interno del circuito Autunno in Barbagia, promosso dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall’Aspen. Un freddo che nel paese più alto della Sardegna, con i suoi mille metri, ha fatto sperare in qualche fiocco di neve.

“Fonni è stata una esperienza straordinaria perché è uno di quei posti dove l’ospitalità insieme alla bontà dei prodotti tipici e alla capacità di coinvolgerti dentro le loro tradizioni, la senti di più – ha raccontato Lucia Accardo, chef di Quartu Sant’Elena, che ha vissuto un fine settimana nel paese barbaricino – E’ una di quelle comunità che non fa una rappresentazione di sé ma ti offre uno spaccato della sua vita reale sia quando i pastori cucinano il formaggio al fuoco e te ne offrono un po’ che quando ti invitano a pranzo in una delle loro Cortes anche se non ti conoscono”. Bene anche l’organizzazione con 61 cortes e la rappresentazione di antichi mestieri. “Le maschere tradizionali erano ovunque insieme ai gruppi folkloristici e tanti falò per riscaldarci – ha spiegato ancora – Ottimi i cibi tradizionali nei punti ristoro: dai salumi ai formaggi ai savoiardi e a s’aranzada fatta con la buccia di arancia. Un’accoglienza strepitosa che ti fa entrare in un borgo d’altri tempi ma che hai il privilegio di vivere adesso”.

Preso d’assalto da migliaia di visitatori, Fonni ha riconfermato il suo tradizionale appuntamento, con una precisazione da fare però questa volta: protagoniste dell’evento, come anche dell’economia locale, le donne. In un periodo storico come questo, che rischia di essere ricordato solo per i femminicidi, la massiccia presenza femminile nella gestione di piccole attività, dalla ristorazione, alle rivendite, finanche alle strutture ricettive, è un dato molto positivo, che fa ben sperare in un cambiamento definitivo della considerazione di quello che fino ad oggi è stato definito “sesso debole”, ma che, a onor del vero, di debole non ha proprio nulla.