Nell’Isola il saldo delle piccole realtà manifatturiere degli ultimi 9 mesi, tra aperture e chiusure, segna un -298, passando dalle 35.562 realtà del 1 gennaio 2018 per arrivare alle 35.264 del 30 settembre 2018, ultima rilevazione disponibile. La situazione del terzo trimestre 2018 si registra, tutto sommato, stabile con una perdita di solo 7 unità, in parte dovuta anche a Oristano. L’Albo di questa città, da 2 anni, non riesce a registrare le imprese artigiane e quindi i dati finali risultano falsati.

Lo evidenzia Confartigianato che plaude al rifinanziamento, con 13 milioni di euro, della legge regionale 51 che, dal 1993, ha incentivato la nascita delle imprese artigiane sarde e ne ha consentito lo sviluppo. In leggera decrescita la provincia di Cagliari (163 aperture contro le 164 chiusure, per un totale di 13.405 aziende) mentre a Nuoro si registra un +15 (113 aperture e 98 chiusure per un totale di 6.452) Sassari-Gallura con +8 (163 aperture e 155 chiusure, per un totale di 12.623. Come anticipato, particolare è la condizione che continua a registrarsi a Oristano (0 aperture e 30 chiusure per un totale di 2.784) che continua a falsare il dato finale.

“Negli ultimi anni la Legge non era stata rifinanziata pensando che le risorse del POR FESR, erogate attraverso alcuni specifici bandi, potessero sostituirla – sottolinea il presidente regionale dell’organizzazione Antonio Matzutzi – strumenti che nel loro effetto pratico, hanno creato scoraggiamento e timore fra gli imprenditori e si sono dimostrati poco vicini alle esigenze delle piccole aziende, sia in merito ai bandi regionali che a quelli territorializzati”. “Per le oltre 35mila imprese artigiane, che offrono lavoro a oltre 100mila persone e rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna – conclude – i 13 milioni di euro stanziati non sono sussidi, tantomeno assistenzialismo, ma incentivi concreti per rafforzarsi, investire in tecnologia e formazione, creare nuova economia e assumere. Questo supporto non potrà che andare a incidere positivamente su tanti aspetti cruciali della nostra vita economica e sociale”.