L’ultima Finanziaria della legislatura è “insoddisfacente e gli unici interventi interessanti sono il frutto delle proposte dell’opposizione. Questa la posizione dei capigruppo del centrodestra che oggi hanno spiegato perché la manovra 2019 appena approvata “è senz’anima”. “Una legge di stabilità elettorale come non mai”, attacca Alessandra Zedda (Forza Italia), ricordando che “c’è chi ha avuto il coraggio di chiedere soldi per il teatro dell’effimero: non accetto proposte come l’emendamento del consigliere del Pd Gigi Ruggeri, mirate a salvaguardare una sola società sportiva a Quartu”.

Soldi “a pioggia” a parte, la capogruppo ha spiegato che “la manovra non tiene conto del turismo, vero motore di sviluppo della nostra Isola, ed è acerba in materia di sanità e lavoro”. Inoltre, avverte, “sarà impugnata perché non sono riconosciuti i 285 milioni in quota accantonamenti”. Per Paolo Truzzu (FdI) non è l’unico motivo per il quale sarà impugnata: “Le Regioni per due volte di seguito in stato di disavanzo come la nostra non possono finanziare le opere pluriennali, e questa manovra lo fa”. Ad ogni modo, “la sensazione è quella di un lavaggio di coscienza collettivo che consentirà a tutti di fare la campagna elettorale”.

Il presidente del gruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, parla di una manovra “senza un percorso ben definito e una reale proiezione sul futuro e che non combatte minimamente il fenomeno dello spopolamento”. Contro le “mancette” si scaglia infine Paolo Dessì (Psd’Az): “Sono davvero troppe”. Un’unica nota positiva: il pacchetto artigianato. Ma, conclude l’esponente sardista, “un ruolo fondamentale ha avuto la commissione speciale creata ad hoc, non la Giunta”.