Cagliari priva di un’Accademia di Belle Arti, sarà sempre destinata a non avere mai la percezione di ciò che muove altrove il sistema dei linguaggi dell’arte e la loro formazione, per questo a Cagliari i linguaggi dell’arte paiono congelati, bloccati, limitati e ridotti a parodia.

La parodia di una città metropolitana che limita e imprigiona l’idea di movimento dei linguaggi dell’arte, che li sfrutta e li divora, espellendoli e costretti a emigrare per divenire cosmopoliti.

Cagliari forma i suoi artisti costringendoli a studiare e formarsi artisticamente altrove, altrove comprendono le possibilità professionali che passano attraverso i linguaggi dell’arte, trovano lavoro e diventano artisti internazionali, ma a quale prezzo interiore?
Quanto costa interiormente formarsi attraverso altre storie dell’arte, perché nel proprio territorio non si è mai progettata una messa a sistema dell’Alta Formazione Artistica residente?

I giovani artisti Cagliaritani in formazione, per autodeterminarsi sono costretti a scappare, di fatto a rinunciare alla complessità e specificità della propria identità, rinunciando in pratica alla propria diversità culturale, a un passato interiorizzato archeologicamente, proiettato e interiorizzato, che nella propria autodeterminazione professionale, non ha nessuna relazione con l’alta formazione artistica residente.

Eppure la Storia dell’Arte Cagliaritana e isolana, porrebbe naturalmente in condizione di potere essere critici verso i linguaggi dell’arte imposti dall’altrove, ma impossibilita ad autodeterminarsi come Alta Formazione, non esiste, non esiste in quanto critica alla Storia, proprio perché non esiste la storia (Costantino Nivola, Francesco Ciusa, Pinuccio Sciola e Maria Lai, pensate di trovarli in un libro di Storia dell’Arte Italiana? Io a parte Mario Sironi, arrivato nell’isola, non conoscevo nessun artista isolano).
La società, la cultura, il sistema dell’arte Cagliaritano e isolano, non vive nel suo, e del suo, immaginario culturale e artistico, per questo non si può parlare di società o di sistema, ma di qualcosa di altro, qualcosa d’impostato sull’assenza.
Cagliari senza Accademia di Belle Arti, determina un sistema dell’arte isolano incomprensibile oltre l’isola, determina senza artisti in formazione, l’assenza della ribellione creativa, la passività artistica rispetto quello che impone il mercato, la furberia “medievale” dell’inventarsi la professione dell’artista, la chiusura mentale all’altro, l’opportunismo politico disonesto intellettualmente, il complesso d’inferiorità storica e culturale, l’autocommiserazione tradotta in autoassoluzione; in sintesi si è tagliati fuori dal contesto del contemporaneo.

L’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino