Natale è alle porte e sui cieli sardi sono ricomparsi, puntualissimi, i disagi di una continuità territoriale sarda che stenta ancora a decollare.

La nuova testimonianza di come la questione trasposti nell’Isola rimanga un nervo scoperto arriva dalla storia di Simona (nome di fantasia), intrappolata per diverse ore all’interno dell’aeroporto di Fiumicino insieme a suo marito e una bimba di 10 mesi.

Cosa è successo. Ore 11, la famiglia di Simona sta tornando da Cancún, in Messico. Il volo arriva però in ritardo all’aeroporto di Fiumicino, e non c’è il tempo materiale per prendere la coincidenza prevista con Alitalia. “Ci sarebbe stato – puntualizza Simona – ma i nostri bagagli sono arrivati un’ora dopo essere atterrati”. Così la coppia e la bimba si arma di pazienza e attende il volo successivo, previsto per le 13:55.

“Ci hanno raccomandato – racconta Simona – di far presente ai controlli del Gate di avere la priorità, visto che insieme a noi c’era la mia bambina, che tra l’altro in questo momento non sta bene perché ha un virus”. Residenti in Sardegna, una bambina che non sta bene. Partenza immediata? Nemmeno per sogno. “Sono le 17, ancora non sappiamo nulla, siamo buttati in aeroporto. Con noi tanti altri che attendono di capire come tornare in Sardegna”.

Non solo: avendo perso questa coincidenza si fa strada l’incubo di non trovare un volo entro poco tempo. “I posti sono tutti occupati, il primo aeromobile disponibile è per il 24 dicembre. E io dovrei rimanere altri tre giorni a Roma senza poter tornare in Sardegna, se non il giorno prima di Natale?”.