Al via in tribunale a Nuoro l’incidente probatorio per gli accertamenti tecnici irripetibili sulle tracce biologiche isolate dagli esperti del Ris nella villetta di Tanaunella, a Budoni, in cui il 24 marzo 2017 morì il pensionato di 73 anni Andrea Ventroni: all’epoca il fatto fu archiviato come incidente domestico (caduta accidentale). Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti.

I nuovi elementi raccolti, ovvero i residui di sangue isolati dai Ris alcuni mesi fa, hanno convinto il sostituto procuratore di Nuoro, Giorgio Bocciarelli, a riaprire l’inchiesta, culminata con l’iscrizione nel registro degli indagati di Gianfraco Setzu, nipote 35enne della vittima, che insieme alla madre e allo zio viveva nell’abitazione di Tanaunella ed era in casa al momento del decesso del congiunto. A suo carico pesa l’accusa di omicidio volontario. Oggi il Gip Claudio Cozzella ha conferito l’incarico al maresciallo del Ris di Cagliari Gavino Pira, che dovrà stabilire a chi appartengono le tracce biologiche ritrovate nell’abitazione, e all’anatomopatologo Vindice Mingioni, che si dovrà occupare dell’autopsia dopo l’ok – scontato – alla riesumazione del cadavere.

Il perito del Ris dovrà consegnare l’esito degli accertamenti entro il 12 marzo, data fissata per la prossima udienza. Setzu, difeso dall’avvocato Gianfranco Sannio, oggi non era presente in aula. L’uomo ha una lunga scia di precedenti per rapina e maltrattamenti in famiglia: spiccano una serie di rapine in casa ai danni di anziani, tutti residenti in Baronia. Per questi reati nel 2002 era finito in carcere e aveva scontato un periodo di detenzione, ma grazie all’indulto era poi tornato in libertà.