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“Le piccole e successive riforme non sono bastate a cambiare la Sardegna, per riuscirci tutta la società sarda si deve mobilitare per una legislatura storica di cambiamento dell’assetto dei poteri in Sardegna”. E’ la proposta “radicale” che il candidato governatore Paolo Maninchedda (Partito dei sardi) ha lanciato in occasione del primo confronto televisivo con gli altri aspiranti presidenti su Sardegna Uno, nell’ambito del format “Regionerò” condotto da Mario Tasca.

Il segretario del Pds si è concentrato in particolare sul fatto che “la Sardegna non ha poteri adeguati”. Innanzitutto per decidere in materia di continuità territoriale. Poi sul fisco: “E’ necessaria una rivolta, il sistema italiano è ingiusto e feroce, il costo annuo dell’insularità è di 500 euro a persona all’anno”.

Una pressione – ha osservato Maninchedda – che “colpisce anche il mondo delle imprese e ha portato i sardi a diventare un popolo di consumatori perché non generiamo più ricchezza”. Sulla sanità, infine: “La Asl unica è da abolire, tre Asl vanno bene”, mentre la riorganizzazione deve essere prima territoriale, poi dell’urgenza e infine ospedaliera”.