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“Il ministro dello Sviluppo economico confermi la volontà di assolvere agli impegni governativi assunti per la metanizzazione dell’isola”. E’ l’invito che Confindustria Sardegna rivolge al vicepremier Luigi Di Maio alla vigilia della sua visita nell’Isola, dopo che anche i sindacati avevano chiesto risposte al ministro sullo stesso tema.

Impegni che comprendono, spiegano gli industriali in una lettera, “la realizzazione della rete di trasporto principale di interconnessione ai rigassificatori e ai bacini per assicurare stabilità ed unitarietà energetico/tariffaria di una risorsa decisiva per la competitività del sistema produttivo della Sardegna, che sconta sul tema una diseconomia storica”. All’origine delle richieste di Confindustria ci sono le incertezze determinate dal decreto del ministero dell’Ambiente sull’uscita dal carbone entro il 2025: quali saranno le conseguenze per il sistema energetico della Regione? Quale l’impatto sulle attività economiche e produttive? Soprattutto per questo nella lettera c’è l’ulteriore appello a “confermare la compatibilità di quanto previsto nel Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) con gli importanti investimenti industriali, in particolare a Portovesme, Porto Torres e Fiume Santo, che vedono tra l’altro il Mise direttamente impegnato”.

Gli industriali chiedono poi “il massimo sostegno politico, a fronte delle prevedibili contrapposizioni sociali ed ambientali, per la realizzazione del rilevante incremento di impianti di energie rinnovabili (a partire dal fotovoltaico e eolico) necessario per compensare la decarbonizzazione”. Infine l’invito a “garantire la sicurezza della rete elettrica sarda con la realizzazione del cavo HVDC Sardegna – Sicilia”.