Caterina Murino, annuncia l’arrivo in Sardegna con “L’idea di ucciderti”

Un raffinato thriller psicologico per Caterina Murino, protagonista accanto a Fabio Sartor de “L’idea di ucciderti” – originale opera in nero scritta e diretta da Giancarlo Marinelli e ispirata alla tragedia dei femminicidi.

La pièce che offre uno sguardo inedito su una terribile “epidemia” andrà in scena stasera alle 20.30 all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari (fuori abbonamento) e domani sabato 19 gennaio alle 21 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri per la Stagione 2018-19 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

«Sono felice di tornare nella mia Sardegna con uno spettacolo che amo molto, che affronta un tema difficile come il femminicidio: ogni tre giorni in Italia muore una donna e sono centinaia anzi migliaia i casi nel mondo» dice Caterina Murino. «Quasi sempre quei delitti si sarebbero potuti evitare, c’erano stati dei segnali, ma giudici e polizia anche di fronte alle denunce alle prove non possono intervenire efficacemente se non quando è troppo tardi. La legge non tutela abbastanza le vittime, non bastano interdizioni e divieti, si dovrebbe inventare qualcosa – come un braccialetto elettronico – che renda impossibile all’assassino anche solo di avvicinarsi fisicamente».

«Fondamentale è l’educazione e quindi il ruolo delle famiglie» sostiene l’attrice che vive e lavora fra la Francia e l’Italia, con una carriera all’insegna della decima musa, da “Nowhere” di Luis Sepúlveda al set di “Casino Royale”, passando per “L’enquete corse” con Jean Reno, fino a “Chi salverà le rose?”, “Ustica” e “Se son rose”: «un bambino che cresce in un ambiente violento, che assiste a scene di abusi, subisce un trauma che si rifletterà sulla sua vita e sulle sue azioni future, con la tendenza a replicare quel modello e quei comportamenti. Così crescono dei mostri in seno alle famiglie: continueremo a creare dei mostri se non blocchiamo questa follia umana».

E conclude: «“L’idea di ucciderti” è un noir, io interpreto la pm incaricata di indagare su un delitto, ma anche la vittima: non sarebbe giusto rivelare troppo, ma lo spettacolo è basato su una storia vera e ci mette davanti a un altro problema, cioè la possibilità di un errore giudiziario».

Sotto i riflettori – accanto ai due protagonisti – Antonio Rampino, Francesco Maccarinelli e Francesca Annunziata, con la partecipazione straordinaria di Paila Pavese, per uno spettacolo avvincente e inquietante (firmato Ghione Produzioni), impreziosito dalle scenografie di Lisa De Benedittis e dai costumi di Teresa Acone che idealmente tracciano le coordinate spazio-temporali della vicenda, evocando atmosfere e situazioni ai confini tra realtà e immaginazione, mentre il disegno luci di Luca Palmieri tradice in suggestioni “pittoriche” gli stati d’animo dei personaggi, e l’intensità dei conflitti e delle emozioni.

Un affascinante e pericoloso gioco di specchi per un viaggio agli inferi, nei labirinti della mente e del cuore, alla ricerca dell’origine del male, attraverso lo sguardo dell’assassino: Giancarlo Marinelli si confronta con un tema complesso e di scottante attualità, in un’epoca dolorosamente segnata da delitti incomprensibili, immotivati quanto spietati, attribuiti a una sorta di raptus ovvero al gesto spietato compiuto (per lo più) da un uomo “accecato dalla passione” e dunque e (temporaneamente) “folle per amore”.

“L’idea di ucciderti” è quindi forse il diario di un’ossessione, suggerito dalla paura di potersi trasformare, quasi inconsapevolmente, in un mostro, sulla spinta della gelosia e del fatale equivoco fra desiderio e possesso, ma anche dell’innescarsi di meccanismi perversi in cui il sentimento originario si trasforma, ma non si evolve, l’amore diventa odio e il rifiuto di accettare la fine di una relazione induce a compiere, e perfino a giustificare, un gesto estremo, quale frutto malato di un legittimo dolore e del male di vivere.

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