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Un capolavoro mahleriano, “Resurrezione” e la attenta, raffinata e incalzante direzione di Donato Renzetti che ha restituito all’esecuzione tutto il valore e la potenza della partitura. E ha accompagnato il pubblico, in un concerto emozionale, in un percorso ben delineato dentro l’ universo mahleriano. Ovvero una grandiosa Sinfonia per ottanta minuti di musica di grande fascino e oltre cinque minuti di applausi finali. Un pubblico appassionato si è fatto avvolgere dalle atmosfere, dalle emozioni, dagli stati d’animo di “Resurrezione”.

La grandiosa Opera in cinque movimenti per soli, coro e orchestra di Gustav Mahler ha dato il La ieri sera al Teatro Lirico di Cagliari al nuovo cartellone. Un programma avvincente, che si chiude il 28 dicembre e incentrato sulla riscoperta della musica del compositore austriaco e di Sibelius. Un successo con ripetuti ‘bravo’ e ‘bravi’ e il pubblico in piedi a applaudire un concerto “bello e emozionante”, “concerti come questo sono esperienze imperdibili”. E un tributo particolare a Renzetti con diverse chiamate per nuovi applausi.

Molto apprezzata la prova degli 82 artisti del coro e un centinaio di orchestrali, un imponente organico, una delle voci soliste femminili, il mezzosoprano Valentina Farcas e il contralto Bettina Ranch. Premiata la scelta da parte della fondazione di aprire la stagione con un titolo di complessa organizzazione ed esecuzione. Una straordinaria pagina sinfonico-corale in cui il compositore austriaco traduce in musica il sentimento luminoso di una rinascita, dopo il travaglio dell’esistenza, un percorso dalla morte alla risurrezione, in un’atmosfera di pace e armonia.

La Seconda di Mahler è ideale prosecuzione della Prima Sinfonia, con i gravi accenti di Totenfeier (cerimonia funebre), sull’inevitabile fine, che introducono ad una sorta di affresco sonoro culminante con l’inno “Die Auferstehung” di Friedrich Klopstock da cui prende il nome la partitura. Un’opera complessa e monumentale, in cui Mahler ha inserito temi e brani autonomi e in sé compiuti, per riportarli all’interno di un’unica archittettura capace di dar conto di differenti stati d’animo, in una riuscita alchimia.