“Vogliamo rappresentare le istanze della sinistra sarda rispetto alle politiche sbagliate di questa Giunta regionale”. È la sfida di Vindice Lecis.

Sassarese, giornalista e scrittore, è l’ottavo candidato alla presidenza della Regione in vista delle elezioni del 24 febbraio.

Lecis ha presentato oggi a Sassari il progetto che lo vede a capo di Sinistra sarda, la lista in cui confluiscono il Partito Comunista, il Partito della Rifondazione Comunista e i fuoriusciti di Sinistra Italiana, a iniziare dal segretario regionale Ettore Licheri, per niente convinti dalla scelta del movimento di sostenere la candidatura di Massimo Zedda e rendersi organico al centrosinistra.

“Siamo nati per essere opposizione della Giunta Pigliaru e per rappresentare un argine all’avanzata di questa destra xenofoba e razzista”, spiega il candidato governatore durante la conferenza stampa nella sede sassarese del Pci, nel quartiere popolare del Monte Rosello.

“Non è colpa degli elettori se votano a destra, ma di politiche errate, che hanno prodotto rabbia, dolore e lacerazioni profonde”, è l’accusa del cartello da lui guidato.

“Si può riproporre la stessa medicina che è stata causa della malattia, ossia della crescita della destra?”, è la domanda retorica che si pone Vindice Lecis.

“Bisogna governare in modo diverso questa nostra isola – è l’appello elettorale – noi vogliamo cambiare radicalmente l’agenda politica, fondandola su temi temi centrali come il lavoro, che deve ripartire dall’industria pulita, l’agroalimentare e il turismo e dalla sanità”.

La decisione di Lecis e dei partiti che lo sostengono è recente, quasi istintiva. “Ci sto mettendo la faccia, è una battaglia stra-difficile – ammette – ma sentiamo il dovere di impegnarci per questo”