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Il pacchetto per ricominciare a costruire o a completare le opere già avviate in Sardegna c’è già. Lo assicurano i sindacati nel corso della presentazione delle giornate di mobilitazione sarda e nazionale. I numeri? “Oltre due miliardi di opere pubbliche già promesse – ha detto Giovanni Matta, Cisl – e circa cinque miliardi di piani di investimento privati in tutta la regione: i progetti ci sono ma mancano le certezze e dagli strumenti necessari per partire”. Un discorso che può essere sintetizzato in due parole: legge urbanistica.

“A chi governerà in Sardegna, indipendentemente dal colore – ha detto Marco Foddai, Uil – chiediamo un confronto con le parti sociali per trovare unità d’intenti. Una strada che serve a tutti non può essere bloccata dalle controversie politiche. La Sardegna ha bisogno di recuperare il gap infrastrutturale col resto d’Italia e d’Europa. La legge urbanistica? Le ultime due giunte non l’hanno fatta. Non possiamo più rimanere fermi”. Per quanto riguarda le opere pubbliche i nomi citati dai sindacati sono quelli già noti: le dighe di Monte Nieddu e di Cumbidanovu, le strade 131, 125 e Sassari-Olbia. Per quanto riguarda i privati si è parlato di progetti in diverse zone dell’isola compresi, ha ricordato Matta, quelli legati alla presenza di Luna Rossa in Sardegna in vista della prossima America’s cup.

“Bisogna – ha sottolineato Erika Collu, Cgil – pensare alle esigenze interne di mobilità. Legandole alla nuova cultura delle costruzioni basata sul rispetto dell’ambiente e del territorio. Puntando anche alla riqualificazione con l’housing sociale e con il recupero dei centri storici”. Si è parlato anche di scuole e ospedali. Ma tutto il sistema – hanno sottolineato i sindacati – deve subito essere rilanciato.

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