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“Aver scaricato sulla sanità sarda questa vergogna conferma la mia denuncia di tre anni fa. Allora, imbrogliando i sardi, si disse che Luigi Chiatti, il mostro di Foligno, sarebbe rimasto in Sardegna pochi mesi. Ora questa situazione non solo conferma che l’isola è considerata anche sul piano sanitario una Cajenna di Stato ma scarica sulla Regione oneri inconcepibili e inaccettabili”.

Lo ha denunciato Mauro Pili, leader di Sardi Liberi, candidato alla presidenza della Regione Sardegna, in merito al cambio di residenza di Chiatti dall’Umbria alla Sardegna. Il mostro di Foligno è ospite della Residenza Esecuzioni Misure di Sicurezza della Asl 6, a Capoterra (Ca) dal 5 settembre 2015.

“Il mostro di Foligno, Luigi Chiatti non è più residente a Foligno ma Capoterra in Sardegna – dice Pili -dove sta scontando la misura di sicurezza all’interno di una Rems. Un risparmio per il bilancio della sanità umbra, non più costretta a pagare 400 euro al giorno per mantenere il geometra, oggi cinquantenne, all’interno della Residenza protetta. La retta delle Rems viene corrisposta dall’Asl di residenza. Per Chiatti negli ultimi anni ha sempre pagato l’Asl 2 dell’Umbria. L’uomo a metà del 2018 ha deciso di cambiare la residenza e adesso la retta è a totale carico dell’Asl sarda di riferimento”.
Luigi Chiatti il 4 ottobre 1992 uccise il piccolo Simone Allegretti, di 4 anni, e il 7 agosto 1993 il 13enne Lorenzo Paolucci che fu ritrovato a poche decine di metri dalla villetta abitata da Chiatti, allora 24enne. Il giovane confessò quasi subito l’omicidio, attribuendosi anche quello di Simone Allegretti.

Chiatti è stato trasferito in Sardegna dopo aver scontato 21 anni di carcere dopo la condanna a due ergastoli inflittagli dal tribunale di Perugia nel 1994. La Corte d’Assise d’Appello nel 1996 riformulò la sentenza riconoscendo la seminfermità mentale condannandolo 30 anni, condanna confermata in Cassazione nel 1997. Dopo aver scontato la pena in carcere, Chiatti è stato scarcerato dal penitenziario di Prato e trasferito in Sardegna, nella Rems di Capoterra, struttura sanitaria nata per accogliere i pazienti affetti da patologie psichiche e autori di reati, per i quali la magistratura abbia disposto una misura di sicurezza di tipo detentivo.