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Un punto in quattro partite nel girone di ritorno. Ma la cattiva strada il Cagliari l’ha imboccata già dallo scorso novembre: da allora tredici partite, otto punti e una sola vittoria. Il peggio è arrivato dopo la sosta: nelle ultime tre gare i rossoblu hanno sempre perso. E non hanno mai segnato. È così, mentre le dirette concorrenti per la salvezza danno segnali di ripresa, il Cagliari annaspa alla ricerca di gioco e punti. E ora le lunghezze dalla terzultima sono scese a tre.

La partita di sabato con il Parma diventa a questo punto decisiva: per il destino del Cagliari e forse anche per quello dell’allenatore Maran. Una marea di giocatori infortunati, ma il ko che più ha messo in crisi la squadra è stato quello di Castro: da quel momento in poi i pochi punti sono arrivati più con il carattere e la corsa che con il gioco. All’assenza dell’argentino vanno poi aggiunti il precario stato fisico di Pavoletti, con ripetuti forfait, a dicembre. E lo sfortunato mercato di gennaio: via Dessena, Sau, Pajac e Farias, al loro posto sono arrivati due giocatori che si devono ancora ambientare (Despodov e Oliva), altri due che si son subito infortunati (Birsa e Thereau) e un altro (Cacciatore) ancora alle prese con problemi fisici. Bene, invece, gli innesti di Deiola (una traversa con l’Atalanta) e Pellegrini.

Ma sono troppo giovani per sperare che siano loro, da soli, a rimettere in sesto il Cagliari. Il resto? Molta confusione. Con il Milan non c’è stata partita. E, se è vero che tutto è nato da un autogol, è altrettanto vero che l’azione è nata da un “uno contro uno” in zona caldissima, con Suso che ha potuto tirare quasi tranquillamente: sembrava la fotocopia di quello che era successo in occasione del primo gol con il Sassuolo. Rimane anche da capire chi deve fare gioco: Bradaric? Cigarini? Barella? Ieri Maran ha escluso dalla formazione iniziale i primi due. Ma non si è visto nulla di nuovo rispetto alle altre partite. Il paradosso è che si tratta di giocatori così diversi che in realtà potrebbero tranquillamente coesistere in un centrocampo con due centrali (Bradaric e Cigarini) con Barella primo punto di riferimento qualche metro più avanti. Ma, al di là delle possibili soluzioni tattiche, il Cagliari per uscire dalla crisi deve ritrovare lo spirito di inizio stagione.