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Fumata nera al tavolo di filiera convocato dalla Regione Sardegna ieri sera a Cagliari per cercare una soluzione per il crollo del prezzo del latte ovino pagato ai produttori.

Nessun accordo raggiunto tra industriali, consorzi e pastori dopo oltre quattro ore di riunione. “Gli allevatori non si sono spostati dalla soluzione del prezzo di un euro più Iva e hanno detto di non essere interessati alle questioni collegate al pecorino romano”, ha spiegato uscendo dal palazzo di viale Trento il presidente di Sfirs, Paolo Sestu.

La proposta messa in campo dalla Regione era ed è di investire subito, proprio attraverso la Sfirs, dieci milioni di euro per smaltire 30mila quintali totali di eccedenze di pecorino ferme nei depositi. “Questo – ha aggiunto Sestu – per portare su il prezzo del pecorino e quindi del latte”. Dieci milioni che si aggiungerebbero ai dieci già stanziati dal Banco di Sardegna per ritirare dal mercato altri ventimila quintali.

“Il Banco di Sardegna deve sostenere la filiera, noi facciamo il nostro compito e gli altri facciano il loro”, ha dichiarato il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese. “ieri abbiamo messo a disposizione ulteriori risorse affinché il prezzo del latte possa salire”, ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura, Pierluigi Caria, che ha illustrato l’altra partita sulla quale si sta ragionando. Ossia, che il prezzo del latte d’ora in avanti sia legato al valore del pecorino romano calcolato sulle quotazioni della Camera di commercio di Milano.

Due interventi, il primo per arginare l’emergenza, il secondo di tipo strutturale, che servirebbero a far rialzare il prezzo. Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha sottolineato che “non è la Regione che fa il prezzo, sono i produttori e i trasformatori che fanno una proposta e noi possiamo favorire il dialogo. Le distanze sono ancora importanti e noi lavoriamo per ridurle”. Sia Pigliaru che Caria parteciperanno oggi al tavolo convocato al Viminale da Matteo Salvini. “Non eravamo stati convocati, abbiamo dovuto chiedere di essere invitati”.

Fuori, intanto, allevatori e reduci delle manifestazioni di ieri hanno atteso la fine del tavolo e hanno manifestato tutta l’insoddisfazione per la mancata soluzione. Proteste e forze dell’ordine in tenuta antisommossa, ma nessun incidente.

“E’ una presa in giro. Ci hanno proposto 65 centesimi” lo ha detto ai giornalisti una donna, moglie di un pastore, che è appena uscita dagli uffici del palazzo della Regione. E’ andata via in lacrime.