“Chiediamo la chiusura della trattativa che sta creando troppi danni al Paese mentre un accordo tonificherebbe tutto il mercato italiano. Siamo soddisfatti della disponibilità dichiarata dal governo e chiediamo che a questo punto anche gli industriali facciano la loro parte, venendo incontro alle richieste dei pastori. Noi crediamo si debba puntare alla diversificazione e alla caratterizzazione legata al territorio e che il pecorino sardo non sia solo prodotto da grattugia”, è il commento del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. “Il crollo del prezzo del latte ovicaprino – si legge in una nota – coinvolge oltre la Sardegna anche gran parte del Centro-Sud Italia. L’emergenza sarda sta infatti avendo forti ripercussioni nelle altre regioni dove il calo del prezzo ha raggiunto punte del 25%. L’Italia è attualmente il terzo produttore al mondo di latte ovino e in Sardegna ne viene prodotto più della metà, con 3 milioni di capi. Il costo al litro che in tutti questi territori è richiesto agli industriali della trasformazione lattiero-casearia è di almeno un euro al litro”.