“Non è bastata la solerzia del Direttore Sanitario della Casa Circondariale di Cagliari-Uta, che ha segnalato il caso, e neppure la tempestività del Magistrato di Sorveglianza, immediatamente intervenuto, e degli Agenti della Polizia Penitenziaria, che hanno tempestivamente eseguito il dispositivo per garantire a un detenuto l’accesso alla pena alternativa al carcere per gravi motivi di salute. L’uomo due ore dopo la scarcerazione è tornato dietro le sbarre”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, esprimendo “vivo rammarico per l’episodio” sottolineando “l’apprezzabile efficienza del sistema per garantire un diritto”.

“F.G, 75 anni, campano, dichiarato incompatibile dal Coordinatore Sanitario dell’Istituto Penitenziario “Ettore Scalas” Sebastiano Forteleoni per una serie di gravi patologie che non possono essere gestite all’interno del carcere in quanto fortemente lesive della sopravvivenza e qualità della vita, è stato immediatamente scarcerato dal Magistrato di Sorveglianza. Gli Agenti della scorta hanno quindi provveduto ad accompagnare l’uomo in una struttura residenziale privata dove lo attendeva la moglie giunta appositamente dalla Penisola. All’arrivo nel B&B però, per un fraintendimento con il titolare del locale, non ha potuto accedere alla stanza prenotata. Il disguido ha costretto gli Agenti della Polizia Penitenziaria a ricondurre l’anziano in carcere dove, suo malgrado, ha trascorso la notte dopo un lungo periodo di disorientamento e di proteste”.

“Nella fattispecie non si conoscono – sottolinea Caligaris – le ragioni che hanno indotto il titolare della struttura privata e non accogliere F.G. in quanto, probabilmente, si è trattato di un qui pro quo legato alla data di prenotazione della stanza non corrispondente a quella in cui è avvenuta la scarcerazione. Ci risulta tuttavia che talvolta non suscita sentimenti di solidarietà la presenza di un detenuto in una struttura privata sia per scontare la pena agli arresti domiciliari sia per un ricovero in una residenza sanitaria o in un nosocomio pubblico per effettuare sedute di chemioterapia o di dialisi. E’ appena il caso di ricordare che chi sconta una pena detentiva esercita il diritto alla salute garantito dalla Costituzione nonché a un trattamento umano. La solidarietà d’altra parte è un sentimento che dovrebbe sempre prevalere specialmente nei confronti di persone che per età o per patologie gravi si trovano in difficoltà. Ciò non significa che i condannati non devono scontare la pena vuol dire soltanto che la pena è sospesa fino a quando le condizioni fisiche e/o psichiche sono incompatibili con la detenzione”.