Sono stati dissequestrati il deposito di rifiuti speciali, costituito da fanghi di lavorazione e un’area all’interno dell’impianto di biostabilizzazione, nella discarica di Spiritu Santu a Olbia, finiti “sotto chiave” lo scorso dicembre. Il provvedimento è stato disposto dalla sostituta procuratrice di Tempio Ilaria Corbelli, che ha ordinato anche la restituzione al Cipnes.
La discarica era finita nel mirino della Procura perché si sospettava che all’interno fossero stati gettati fanghi pericolosi. Nei mesi scorsi erano stati eseguiti prelievi e sopralluoghi da parte dei carabinieri del Noe. Il materiale prelevato è stato attentamente analizzato e oggi è arrivato il dissequestro. A darne notizia lo stesso Consorzio Industriale Provinciale Nord-Est Sardegna. “In quei terreni – spiega il Cipnes – è stata completamente esclusa la pericolosità dei rifiuti, come risulta dalla relazione tecnica depositata il 12 febbraio 2019 della dottoressa Corrias, in esecuzione dell’indagine conferitale. Nel decreto del magistrato si fa presente che ‘tutti gli accertamenti sono stati eseguiti e le indagini risultano compiute’.
Il Consorzio ringrazia la Procura per come ha effettuato le indagini definite scrupolose e “nel rispetto assoluto delle garanzie della difesa. Ma il Consorzio non può fare a meno di rimarcare l’atteggiamento a dir poco superficiale dell’Arpas – accusa il Cpnse -. L’agenzia, infatti, ha fornito alla Procura della Repubblica dati totalmente errati, che hanno dato la stura a una serie di reazioni, soprattutto sui social network, anche scomposte, oltreché diffamatorie, evocando presunti legami con la malavita organizzata, che hanno leso in maniera gravissima l’immagine del Cipnes”. Per questa ragione “il Consorzio industriale sta valutando l’opportunità di agire nei confronti dell’Arpas per il risarcimento dei danni economici e d’immagine patiti”.