Con il risultato del voto per le regionali ormai acquisito, domani riprende il negoziato sul prezzo del latte di pecora, una vertenza che ha condizionato fortemente la campagna elettorale in Sardegna. Il tavolo è stato spostato da Roma a Sassari, con la nomina del prefetto Giuseppe Marani a commissario della filiera lattiero-casearia.

La tregua promessa dai pastori per consentire il regolare svolgimento delle elezioni, tutto sommato ha tenuto: alcune proteste ci sono state, ma isolate, anche se in un caso si è alzato il tiro.

E’ successo ieri a Orune, in provincia di Nuoro: in piena votazione due uomini armati e con il volto coperto hanno bloccato un’autocisterna del latte, costringendo l’autista a scendere e a sversare a terra tutto il contenuto che stava portando al caseificio Pinna di Thiesi (Sassari), uno dei più importanti dell’Isola. E’ stato il primo assalto armato con i fucili in Sardegna da quando è iniziata la protesta degli allevatori. Nel frattempo, arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati per gli episodi violenti.

La Procura di Lanusei sta procedendo nei confronti di sei manifestanti accusati di aver provocato il blocco al porto di Arbatax, in Ogliastra, il 12 febbraio scorso, una protesta che causò il rallentamento dell’imbarco sulla nave in partenza per Civitavecchia. Ai sei viene contestato il blocco stradale, reintrodotto come reato dal decreto sicurezza. Avvisi di garanzia, almeno 10, stanno per partire anche dalla Procura di Nuoro. E oggi otto pastori tra i 40 e i 65 anni sono stati denunciati dagli agenti del Commissariato di Quartu per violenza privata.

Il 19 febbraio scorso mentre manifestavano davanti al caseificio Podda, sulla ex statale 131 a Sestu, hanno cercato di impedire l’ingresso di una autocisterna che doveva consegnare il latte nello stabilimento. Dopo una trattativa di alcune ore, i poliziotti hanno convinto i manifestanti a lasciare aperto il varco per il camion, contestualmente li hanno identificati e questa mattina sono scattate formalmente le denunce. Strascichi giudiziari a parte, domani si riprende a trattare.

L’appuntamento è per le 9.30 in prefettura a Sassari con all’ordine del giorno “la definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti correlando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio (Dop sarde)”. Saranno presenti al tavolo i pastori, gli industriali e le organizzazioni di categoria. Le parti si sono avvicinate, ma non abbastanza per dire che domani sarà un vertice decisivo. Alla proposta di 72 centesimi al litro contenuta nella prima bozza di accordo siglata a Cagliari con il ministro Centinaio, gli allevatori hanno risposto con 80 centesimi subito per arrivare a un euro a fine stagione. Intanto, Governo e Regione Sardegna hanno messo a disposizione circa 50 milioni di euro – 18 già stanziati dalla Giunta Pigliaru grazie ad accordi con le banche e la finanziaria regionale e 10 pronti con un decreto legge dell’esecutivo nazionale – per abbattere le scorte di pecorino romano, consentendo così di aumentare fin da ora il prezzo del latte ovino.