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Smaltimento dei pannelli fotovoltaici di prima generazione, controllo sull’arrivo sull’Isola di rifiuti provenienti da altre zone per essere smaltiti illegalmente, verifica sul transito di eventuali carichi di rifiuti diretti in altre nazioni. Sono questi i “target” su cui si sta concentrando l’attenzione dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Lo ha spiegato il comandante dei carabinieri della tutela per l’ambiente, il generale di brigata, Maurizio Ferla, in visita in Sardegna.

“La situazione in Sardegna è migliore rispetto ad altre regioni d’Italia – ha evidenziato l’alto ufficiale – ha infatti provveduto da tempo organizzando il ciclo dei rifiuti, quindi si trova in una situazione di privilegio non emergenziale come altre regioni. Ad esempio come la Lombardia e il Piemonte dove gli impianti per il riciclo e il trattamento dei rifiuti non sono sufficienti e si registra il 45% degli incendi di rifiuti di tutto il Paese. Si tratta di incendi molto spesso appiccati per disfarsi di rifiuti che non si ha modo di smaltire. Negli ultimi quattro mesi abbiamo scoperto e sequestrato capannoni con migliaia di tonnellate di rifiuti all’interno”.

Sardegna virtuosa, quindi, ma il Noe non allenta i controlli. “La Sardegna, come la Sicilia o altre regioni del sud Italia hanno investito molto sulle energie rinnovabili e sul fotovoltaico – ha concluso il generale – noi adesso stiamo monitorando lo smaltimento della prima generazione di pannelli fotovoltaici, costituiti da silicio, che deve rispettare una serie di regole”.

In Sardegna c’è il rischio che organizzazioni criminali facciano arrivare rifiuti o usino l’isola per farli transitare per poi raggiungere l’Africa. “Su questo aspetto la nostra attenzione è massima – ha evidenziato ancora il generale di brigata Maurizio Ferla – come teniamo alta l’attenzione anche per l’eventuale transito sull’Isola di rifiuti diretti in altre nazioni, come l’Africa”.

Sempre attivo su tutto il territorio regionale il monitoraggio sullo smaltimento dei rifiuti: tra il 2016 e il 2018 sono scattate ammende per oltre 300mila euro. Nel 2017, su 18 interventi relativi ad aree in cui erano stati smaltiti irregolarmente rifiuti, in 18 casi gli indagati hanno ripulito le aree; nel 2018 su 14 casi, 14 bonifiche portate a termine.