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“Sulla Sider Alloys il Mise ha posto un termine tassativo: o l’azienda a metà aprile avrà fatto tutti i passi avanti per presentare un piano industriale credibile, o salterà tutta l’operazione. Ecco perché, nel caso che il piano di rilancio del polo dell’alluminio non riuscisse, dobbiamo tutti prepararci a una sorta di piano B, che dovrà riprogrammare le risorse per il territorio in modo totalmente nuovo”. Lo afferma il deputato sardo di M5S Pino Cabras, che ha partecipato giovedì al tavolo sulla ex Alcoa convocato al Ministero dello Sviluppo Economico e ieri all’assemblea organizzata dai lavoratori di Portovesme nella sala consiliare di Carbonia.

“Il famoso Piano Sulcis – prosegue – va rivoluzionato nelle persone, nei metodi, nei settori coinvolti per lo sviluppo del territorio. Manca poco tempo e non va sprecato. Tutti devono assumersi delle responsabilità molto precise”. A Portovesme il programma di riavvio dello smelter della ex Alcoa prevede un investimento complessivo di 135 milioni di euro “di cui 8 a fondo perduto, 84 finanziati con un tasso agevolato, 20 messi a disposizione dall’Alcoa e il resto in capo al nuovo proprietario Sider Alloys”.

Dopo il vertice romano, ieri i lavoratori ex Acoa hanno convocato un’assemblea presso la sala consiliare di Carbonia alla presenza del sindaco Paola Massidda (M5S) alla quale ha voluto partecipare anche Cabras “per ascoltare i numerosissimi discorsi e le puntuali considerazioni dei tanti lavoratori intervenuti, molto preoccupati nell’immediato rispetto al presente e al futuro degli ammortizzatori sociali e profondamente pessimisti sul ruolo dei sindacati in tutta la vicenda – continua – e mi sono preso l’impegno di seguire molto da vicino gli sviluppi della vertenza”.

“Ora occorre stringere sulle azioni e sui tempi. Voglio le carte, i numeri, il quadro finanziario, industriale e ambientale. E voglio che si pongano le basi per una vera programmazione territoriale, in luogo dell’attuale ceto di intermediazione delle risorse che sta cronicizzando la crisi del Sud Ovest della Sardegna nel pieno di una ripresa dell’emigrazione” conclude Cabras.