Presso la Commissione (IX) Traporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati si è svolta l’audizione dell’Istituto Ramazzini e dei medici ambientali di ISDE Italia nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul 5G.

Per la prima volta in Parlamento sono state ascoltati i pareri di scienza e medicina indipendente che hanno evidenziato i rischi socio-sanitari nell’applicazione di una tecnologia priva di studi preliminari per umanità e ambiente. Puntando sul pericolo dell’irradiazione da radiofrequenze (dal 2011 possibili agenti cancerogeni secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) da intensificare in maniera massiccia e ubiquitaria secondo i piani dell’Internet delle cose, è poi seguita la conferenza stampa dell’alleanza italiana Stop 5G in cui, in applicazione del principio di precauzione, al Governo è stata rinnovata la richiesta di una moratoria. Ai parlamentari intervenuti è stata consegnata una petizione di oltre 11.000 firme, promossa per chiedere al Governo di fermare il 5G e di non innalzare i limiti di legge dell’inquinamento elettromagnetico.

“Portare alla luce questi temi e chiedere chiarezza, tutele e libertà di ricerca è dovere di tutti noi – ha dichiarato l’On. Sara Cunial (M5S), presente in sala stampa a Montecitorio – la responsabilità è grandissima, non solo per quel che concerne la nostra salute ma soprattutto perché riguarda il futuro delle prossime generazioni. Quali sono gli effetti del 5G nel breve e nel lungo periodo? Quali valutazioni e quali studi sono stati fatti sulla sostenibilità ambientale e sanitaria in merito? Perché, a differenza delle altre industrie, quella della telefonia è esonerata dalla ricerca e dalle sperimentazioni? Come saranno tutelate le persone affette da elettrosensibilità qualora sparissero le zone libere da frequenze? In cambio di cosa stiamo barattando la nostra salute? E perché le persone non vengono informate in maniera esaustiva su tutto questo?”

“Supporto pienamente la richiesta di una moratoria sul 5G ai fini di tutelare la salute pubblica –in una nota ha sottolineato il Sen. Andrea de Bertoldi (FdI) – ritengo che potersi fermare alcuni mesi per meglio oggettivare il lavoro degli scienziati sui rischi connessi alla salute pubblica sia un dovere imprescindibile. Vi sono infine ragioni di politica estera e tutela degli interessi nazionali che ulteriormente rendono saggia ed imprescindibile questa moratoria”.

“Le radiofrequenze utilizzate nella tecnologia 5G hannomostratoin molti studi animali una non trascurabile tossicità legata ad effetti biologici, ed in particolare sul DNA, in grado di indurre tumori e alterazioni di diversi apparati, riproduttivo, metabolico e sistema nervoso – ha affermato la dott.ssa Stefania Borgo di ISDE Italia – è pertanto altamente auspicabile che in questo caso si applichi il principio di precauzione, sulla base del quale è raccomandato condurre, prima dell’introduzione di una nuova tecnologia potenzialmente nociva, una adeguata sperimentazione da parte di una agenzia altamente competente, indipendente e senza conflitti di interesse, una ricerca sufficientemente lunga da poter evidenziare effetti di tossicità cronica utilizzando modelli e metodi diversi in grado, quindi, di evidenziare differenti effetti biologici”.

“Non si capisce perché le aziende chimiche e automobilistiche facciano studi e test prima di immettere sul mercato nuovi prodotti e al contrario delle aziende di telefonia mobile”, ha dichiarato la dott.ssa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini: “Noi siamo disponibili per effettuare uno studio preliminare sulle nuove radiofrequenze. L’introduzione senza cautela del 5G, nonostante gli allarmi, sembra non aver insegnato nulla ai governi rispetto alle lezioni del passato: i governi dovrebbero prendere tempo in attesa di valutazioni accurate sulla pericolosità di questa tecnologia innovativa con studi sperimentali appropriati. Si tratta a questo punto solo di volontà politica, agire per garantire la salute pubblica sarebbe solo un fatto di democrazia.”

Nicholas Bawtree (direttore della rivista Terra Nuova) ha poi ripercorso le fasi della costituzione e della crescita dell’alleanza italiana Stop 5G, mentre il giornalista e scrittore d’inchiesta Maurizio Martucci (portavoce nazionale dell’iniziativa) ha dato appuntamento a Vicovaro (Roma) dove sabato 2 Marzo è in programma il 1° meeting nazionale Stop 5G per valutare strategie cautelative da attuare in esclusiva difesa della salute pubblica.