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Il malcontento dei pescatori sardi continua a crescere, amplificato dai danni arrecati al settore della pesca e dell’acquacoltura dalle violente mareggiate e dalle condizioni meteomarine avverse si sono ripetutamente verificate nel 2018.

“Bisogna trovare la maniera di garantire alle imprese ittiche sarde lavoro e redditività anche in situazioni di grave criticità come quella attuale. A sostegno di queste legittime richieste chiederemo precisi impegni al prossimo governo regionale”, dicono i presidenti delle organizzazioni del settore pesca Roberto Savarino (Fedagripesca), Giovanni Angelo Loi (Agci Agrital), Renato Murgia (Associazione armatori motopescherecci sardi) e Mauro Steri (Legacoop agroalimentare dipartimento pesca). “Le imprese della pesca si trovano ormai sotto attacco da diversi anni” sostengono i rappresentanti delle associazioni di categoria che rappresentano la quasi totalità dei pescatori sardi “adesso ci si è messo pure il maltempo a mettere in ginocchio il comparto pesca . aggiungono – Nello specifico caso dei danni subiti dalle imprese per le calamità naturali del 2018 non si è arrivati ad attivare alcuna misura di compensazione per il settore, anche perché le procedure esistenti per l’eventuale richiesta di indennizzi sono spesso macchinose e restano bloccate anni a causa di lungaggini e pastoie burocratiche spesso incomprensibili non permettendo ai pescatori di poter ottenere alcuna forma di aiuto, basti pensare ai danni subiti per le alluvioni ultime dalle lagune del sud e del centro Sardegna da quelle del Sarrabus a Santa Gilla fino all’oristanese, danni reali e mai ristorati nonostante le promesse”.