“Lunedì pomeriggio, un detenuto con gravi problemi di natura psichiatrica si è reso protagonista di una aggressione nei confronti di un poliziotto, che è successivamente ricorso alle cure dei sanitari. La situazione avrebbe potuto avere un finale tragico e peggiore se non fosse intervenuto altro personale di Polizia che, fortunatamente, ha evitato il peggio”. Lo denuncia Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, secondo il quale “la situazione nella Casa Circondariale di Cagliari è sempre più tragica sotto l’aspetto di queste aggressioni, dovute alla presenza di un’alta percentuale di detenuti psichiatrici”.

“Sicuramente questa non è la struttura adatta viste le patologie di questi soggetti, e i poliziotti di Cagliari non possono rischiare la propria incolumità per assecondare la loro violenza – osserva – Ancora una volta non si può tollerare che il penitenziario cagliaritano venga considerato un carcere discarica ove vengano trasferiti, dal resto degli istituti, quei detenuti violenti che si sono resi responsabili di aggressione nei confronti della Polizia penitenziaria”. Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime “la solidarietà del sindacato al collega aggredito” e denuncia “il clima che si vive nelle carceri del Paese. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle carceri italiane nel 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto ai 9.510 del 2017), 1.198 tentati suicidi (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (7.446 l’anno prima). Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2”.