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Docenti precari in piazza per chiedere la stabilizzazione. Età media abbastanza alta: molti gli insegnanti che si trascinano di anno in anno tra chiamate delle segreterie e supplenze aspettando qualcosa di definitivo. Nell’isola sono circa 5.500. A loro si aggiungono i lavoratori Ata, circa 600. Una folta rappresentanza ha protestato da questa mattina in tutte le province sarde: ha iniziato Olbia, con un presidio davanti alla sede dell’ex Provincia, e hanno continuato nel pomeriggio a Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari con bandiere, striscioni e cori.

“Chiediamo una programmazione seria – ha spiegato Manuel Usai, Cgil – che dia presto una risposta. Perché è un precariato che cresce. Mentre i concorsi sono ancora in ritardo”. Le bandiere sventolate in tutta la Sardegna sono state quelle di Cgil, Cisl e Uil. “Stiamo parlando di personale – ha aggiunto Giuseppe Corrias, Uil – che in questi anni sta salvando la scuola. Purtroppo non si intravede nemmeno la voglia di sanare questa situazione”.

All’interno di questi numeri è poi da evidenziare – dicono i sindacati – il grave problema legato alla carenza di docenti specializzati nel sostegno, al quale si fa fronte con assegnazioni in deroga al possesso del titolo. In questi giorni le università stanno emanando i bandi per l’accesso ai nuovi corsi di specializzazione ma quelli assegnati alla Sardegna sono solo 390, un numero molto lontano dalle oltre tremila cattedre necessarie. Per quanto riguarda il personale Ata – continuano le tre sigle – è consentita l’immissione in ruolo solo del 50% del personale richiesto, gli organici sono bloccati da anni e ciò determina serie difficoltà: all’avvio dell’anno scolastico non è mai garantito il numero di collaboratori scolastici indispensabile a garantire la vigilanza e la sicurezza nelle scuole.

“Per tutte queste ragioni – concludono i segretari regionali di categoria Cgil, Cisl e Uil Usai, Mara Luisa Ariu e Corrias – chiediamo un nuovo piano di stabilizzazioni e assunzioni dei docenti anche per coprire i posti resi disponibili dalla quota100, misure per risolvere definitivamente la vertenza dei diplomati magistrali, più risorse e posti per i corsi di specializzazione”.