Sarà pronunciata il 7 maggio prossimo la sentenza d’appello nei confronti dell’ex sottosegretaria alla Cultura del governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd), condannata in primo grado a 4 anni per peculato nell’ambito dell’inchiesta sull’uso, ritenuto illecito, dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Oggi la sostituta procuratrice generale Maria Grazia Genoese ha chiesto la conferma della condanna, riformata solo per effetto di prescrizioni che tagliano la contestazione di circa 4 mila euro.

Il difensore Franco Luigi Satta ha invece sollecitato la nullità della sentenza, sostenendo che sia stata leso il diritto della difesa con lo stralcio della posizione della Barracciu dal resto degli imputati ancora in attesa del processo di primo grado. L’avvocato ha anche insistito sul fatto che l’allora consigliera riceveva rimborsi per spese già sostenute e che a posteriori è stato difficile ricostruire esattamente le somme da lei sostenute.

L’esponente del Pd, a cui vengono contestati circa 80mila euro, era presente questa mattina nell’aula della Corte d’Appello presieduta dal giudice Antonio Onni. Non ha rilasciato dichiarazioni, ma il suo difensore ha ricordato che appena coinvolta nello scandalo la Barracciu si è subito dimessa, senza attendere la pronuncia del tribunale.