Uniti nella condanna senza appello degli assalti armati contro le autocisterne che
trasportano il latte appena raccolto negli allevamenti ovini, ma divisi nelle piazze.
Il mondo del settore lattiero caseario, a pochi giorni dall’accordo sul prezzo del latte a 74 centesimi come acconto a marzo, per poi arrivare anche oltre 1 euro in base alle quotazioni del Pecorino romano sul mercato, appare nuovamente diviso.
Anche se il dialogo tra le parti – pastori da una parte e industriali dall’altra – rimane in piedi. Ieri a Tramatza (Oristano) l’assemblea dei pastori ha sancito nuovamente l’intenzione di proseguire “uniti” nel negoziato sulla vertenza. Oggi c’è stata la serrata dei caseifici e la marcia “per la legalità” e contro gli assalti, che ha visto sfilare a Macomer (Nuoro) i titolari e i dipendenti degli stabilimenti, accanto agli autotrasportatori con le loro 56 autocisterne.
“Abbiamo paura”, hanno ripetuto al corteo, al quale hanno aderito anche diversi sindaci con la fascia tricolore. Assenti i pastori, anche se in piazza si è visto qualche allevatore della zona e, al termine della manifestazione, sono arrivati i saluti del leader storico del Movimento pastori sardi, Felice Floris.
In prima linea, invece, i titolari dei caseifici, come Antonio Mura della Sarda Formaggi di Buddusò (Sassari), uno degli industriali che ha visto uno dei mezzi della sua azienda andare a fuoco dopo un blitz di uomini incappucciati ed armati.
“Oggi – ha detto – è una giornata importante per solidarizzare con i lavoratori che tutti i giorni sono impegnati nella raccolta del latte, e fanno parte di questa filiera che non riesce più a trovare pace. Non è una giornata di protesta, ma di raccoglimento, per ricercare la pace sociale per il comparto”.
A Macomer c’era anche un giovanissimo, Gavino Dore, figlio dell’autotrasportatore vittima dell’ultimo assalto a Torralba (Sassari).
“E’ inaccettabile che gli autisti delle autocisterne del latte, che si alzano all’alba e finiscono a sera inoltrata, tutti i giorni senza ferie e giornate libere, debbano rischiare la vita per andare a lavorare – ha osservato -. Siamo famiglie con mutui, che devono fare grandi sacrifici per sostenere le aziende. Quello che ci manca oggi è la serenità”.
E per solidarizzare col mondo delle campagne, ma anche per dire “no alla violenza”, al corteo hanno partecipato i sindaci, con il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana.
“Nella vertenza è stato finalmente raggiunto un accordo. Da qui bisogna partire per proseguire il dialogo e trovare una soluzione per un settore che è il cuore dell’economia della Sardegna”, ha sottolineato.
E domani in prefettura a Sassari è previsto un nuovo faccia a faccia nel tavolo di filiera per discutere della riforma complessiva del sistema, a partire dalla riorganizzazione dei
consorzi di tutela delle tre produzioni lattiero-casearie Dop sarde: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo.