“Avete un formaggio strepitoso ora si tratta di produrne molto di più, io mi impegno a commercializzarlo e a servirlo nei nostri ristoranti”. Il patron di Eataly, Oscar Farinetti, ha appena finito di mangiare nell’Hotel su Lithu di Bitti, dove insieme a Flavio Briatore – che da anni dà una mano agli allevatori sardi per la promozione del pecorino – ha partecipato all’incontro con i 14 pastori che con la società Mama ‘e Oro hanno dato vita al marchio “Bithi di Barbagia”: cinque delle loro varietà di pecorino vengono vendute da due anni dalla catena Eataly.

Un appuntamento importante quello con Farinetti e Briatore: arriva infatti nel pieno della trattativa sulla filiera lattiero-caseria della Sardegna dopo un accordo faticosamente raggiunto a Sassari sul prezzo del latte fissato a 74 centesimi al litro rispetto ai 60 cent pagati ad inizio stagione. Una vertenza aspra, che ha visto i pastori disfarsi di migliaia di litri di prodotto sversato sulle strade dell’Isola per rivendicare un prezzo dignitoso.

“L’obiettivo che ci siamo dati oggi è quello di aumentare le quantità di pecorino sardo che possiamo distribuire attraverso Eataly – spiega Farinetti – I pastori però si devono organizzare con la trasformazione per uscire dalla crisi. Da anni ormai commercializziamo il marchio di questa azienda, ma i 14 allevatori trasformano in pecorino Bithi solo il 10% del latte munto, il 90% viene conferito ai caseifici che pagano troppo poco. Bisogna arrivare in due o tre anni a trasformarne direttamente il 100%, e così venderemo quel formaggio con Eataly e nel mondo”.

Il patron del marchio dell’eccellenza enogastronomica italiana serve già nelle sue tavole il pecorino “Bithi di Barbagia”, ma è la prima volta che visita il paese barbaricino sollecitato da Briatore. “Flavio mi ha pregato di venire qui per trovare nuove strade al pecorino insieme ai suoi amici pastori – racconta Farinetti – In Italia si producono tantissimi formaggi, si tratta di dare un pò più di spazio ai formaggi sardi che meritano davvero”. Anche Briatore è soddisfatto del percorso fatto finora.

“I pastori hanno fatto bene a protestare, salvo le degenerazioni che non appartengono a questa categoria – sottolinea l’imprenditore – ma ora bisogna rimboccarsi le maniche: nei prossimi due o tre anni questi 14 pastori devono trasformare tutto il latte prodotto e, se lo faranno, arriveranno a vendere circa 1.500 quintali di pecorino. La loro situazione economica cambierà e il prodotto avrà maggiori opportunità di farsi conoscere. Il mio auspicio è che siano di esempio per gli altri colleghi”. La giornata sarda di Farinetti e Briatore è proseguita con la musica dei tenores di Bitti e con un siparietto del comico Benito Urgu, che proprio oggi ha postato su Facebook un messaggio di incoraggiamento agli allevatori sardi. Se Briatore è di casa in Sardegna, per Farinetti è stata una prima full immersion nel cuore dell’isola, dove è stato conquistato dal cibo. “Ho assaggiato ottimi formaggi, un carciofo fritto da sogno, delle salsicce buonissime, una minestra di ceci strepitosa e infine la pompìa (un agrume la cui scorza viene caramellata e servita con miele, ndr), ottimo dolce locale – conferma entusiasta – Prodotti di grande valore che vale la pena scoprire ed esportare in tutta Italia”.