Diffidenza nella pubblica amministrazione e voglia di trasparenza da parte dei cittadini: sono questi gli elementi che emergono dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale della Sardegna. Sostanzialmente stabili i ricorsi presentati nel 2018: ne sono arrivati 1.040 contro i 1.057 del 2017 e i 1.056 del 2016. Sul fronte delle decisioni i giudici delle due sezioni del Tar, pur con due magistrati in meno, hanno definito 1.384 procedimenti: erano stati 1.123 nell’anno precedente e 1.203 nel 2016. A creare problemi nella pubblica amministrazione è ancora una volta la trasparenza e l’accesso agli atti.

“C’è stato un incremento dei ricorsi per poter visionare i documenti, in tutto 56 – ha confermato il nuovo presidente Dante D’Alessio, arrivato a Cagliari da Roma dove guidava il Servizio per l’informatica della giustizia amministrativa. Un dato che dimostra come cresce tra i cittadini il desiderio di trasparenza dell’azione della pubblica amministrazione”. In materia di appalti sono stati depositati 126 ricorsi, il 12% del totale, mentre quelli relativi all’urbanistica sono stati circa il 20%. Da segnalare inoltre che nel 2018 sono state emesse 276 ordinanze cautelari e sono stati accolti circa il 30% dei ricorsi, la stessa percentuale di quelli respinti. Un altro 30% si è chiuso con rinunce, perenzioni o cessazione della materia del contendere. Presente alla cerimonia anche Caro Lucrezio Monticelli, il presidente del Tar Sardegna andato in pensione a settembre che ha dato slancio al taglio dei ricorsi giacenti.

“Gli ottimi risultati che abbiamo ottenuto dimostrano la qualità eccellente dei giudici sardi e del personale amministrativo”, ha sottolineato. Tra le sentenze segnaliate, quella del 5 marzo 2019, che ha ritenuto fondata la richiesta della Regione di ottenere dallo Stato la quota dei redditi da capitale maturati fuori dall’Isola per il periodo dal 2010 al 2016: una somma di circa 100 milioni di euro.