“Abbiamo firmato e ci assumiamo la nostra responsabilità, ma non possiamo non dire che non ci soddisfa e che la nostra è stata una firma sofferta, arrivata per ultima. Lo abbiamo fatto per senso di responsabilità anche se non condividevamo né l’acconto né tanto meno la griglia, distante da quella presentata da noi. Purtroppo gli ultimi atti violenti dei camion bruciati ci hanno indebolito e ci hanno tolto forza”. Lo evidenzia Battista Cualbu presidente di Coldiretti che ha riunito a Nuoro, circa 300 pastori attorno ad un tavolo al quale erano presenti anche il presidente provinciale Leonardo Salis e il direttore regionale Luca Saba.

“Secondo le nostre analisi frutto della media dei costi di trasformazione del latte dei caseifici, compresi gli utili di impresa – ha spiegato Salis – con il Pecorino romano venduto a 5,33 il latte deve essere pagato a 72 centesimi. Nella griglia uscita dall’accordo invece per remunerare il latte a 72 centesimi il Pecorino deve avere un prezzo di 7 centesimi in più: 6 euro al kg. Inoltre il prezzo (solo per quest’anno) è legato al solo Romano, mentre non si fa riferimento alla non trascurabile quantità di altri tipi di formaggio delle quali, purtroppo, nessuno ci ha fornito i dati”.

Altro punto sottolineato da Coldiretti è quello di dare le quote di produzione del Pecorino romano ai pastori e non lasciarla ai caseifici perché cosi sono falsati in quanto il pastore non è libero di cambiare caseificio o comunque non ha nessun controllo sul suo latte. “Per questo è fondamentale l’unità dei pastori – ha evidenziato Battista Cualbu – perché abbiamo una controparte molto compatta e forte mentre noi siamo spesso divisi oltre a non avere i dati”. “Il bluff della sovrapproduzione di latte dei trasformatori che denunciammo nel 2016 è la dimostrazione di come sia sbilanciata la contrattazione e di come i produttori di latte siano l’anello debole anche per mancanza degli strumenti minimi per potersi sedere con le stesse armi ad un tavolo – sottolinea Saba -. Nel tavolo abbiamo scoperto che per il Consorzio del Pecorino di latte, la trasparenza dei dati è la condivisione nel proprio sito dei link del sito Clal.it, mentre ancora non abbiamo una spiegazione del perché non si sono fatte rispettare le quote di produzione di Pecorino ai caseifici e del perché non si allineano le sanzioni per gli splafonamenti alle altre dop di formaggio”.