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Il più basso indebitamento pro-capite tra i Comuni italiani, addirittura pari allo zero per quanto riguarda la Città metropolitana, 280 milioni di euro in cassa, e investimenti pari circa a 300 milioni.

Tira le somme dei suoi due mandati il sindaco uscente di Cagliari, Massimo Zedda, che giovedì ritornerà in Consiglio regionale tra i banchi dell’opposizione.

Una poltrona lasciata nel 2011 proprio per candidarsi a sindaco del Capoluogo. Nel Municipio, seduto nei banchi dei consiglieri assieme ad assessori e staff, con i giornalisti accomodati sulle poltrone della Giunta, Zedda ha citato gli interventi più importanti della sua amministrazione. Su tutti, “uno immateriale che mi hanno trasferito tanti cittadini, cioè il fatto di aver restituito l’orgoglio di essere cagliaritani e di poter confrontarsi con le altre città europee alla pari”.

Poi, “i tanti investimenti, le iniziative con risorse date ai servizi sociali, sport, cultura e spettacolo, la riqualificazione dei tanti luoghi in città”. Tra questi, la riqualificazione del lungomare della spiaggia del Poetto. “Un luogo che ho visto deturpato, dopo il ripascimento non ci ho messo più piede per cinque anni – ha spiegato – era una ferita che sentivo aperta in ogni animo dei cagliaritani”. Quanto al futuro, “passa dalla riqualificazione di aree e luoghi che non sono di proprietà del Comune”.

Zedda pensa “all’Ospedale Marino, il nuovo e il vecchio, le zone di Calamosca, dei presidi militari come il deposito dell’Aeronautica sotto Monte Urpinu, Buoncammino, il Palazzo delle Scienze e la Clinica Macciotta, l’ospedale Civile, la fossa di San Guglielmo, Tuvixeddu e Tuvumannu, gli spazi delle ferrovie”. In questi casi, “serve uno sforzo degli enti proprietari che sono Regione e Stato che determinino con lo sblocco di investimenti e la riqualificazione di questi luoghi non di proprietà del Comune: da qui passa lo sviluppo del futuro della città di Cagliari”.

“Chi mi succederà dovrà andare nella direzione di aggiungere idee ed espressioni nuove nel governo della città, chiunque in politica arriva cercando di dimostrare di voler cambiare in meglio le condizioni di vita dei cittadini: è questo lo slancio che serve”. Così il sindaco di Cagliari uscente Massimo Zedda, che oggi ha illustrato un bilancio dei suoi mandati da primo cittadino.

“Serve anche – ha aggiunto – la consapevolezza che i cittadini per tre volte consecutive, nel 2011, nel 2016 e 2019, su Cagliari città hanno detto che quel che abbiamo fatto è stato apprezzato, quindi che si debba proseguire negli interventi e investimenti che hanno determinato benefici per la città, non solo per una parte politica”.

Quanto ai possibili successori della propria parte politica, Zedda ha detto che esistono due scenari. “O si individua una figura che possa interpretare le necessità e i bisogni della città, oppure servono le elezioni primarie”. Quello che invece non condivide, “è ciò che è stato fatto l’altro giorno ad Arcore: in tre si vedono e attribuiscono le città e le Regioni come se stessero giocando a Risico”.

Zedda si riferisce al vertice nel quale Berlusconi, Meloni e Salvini hanno deciso i nomi dei candidati sindaci del centrodestra a Cagliari (Paolo Truzzu di Fdi) come in altre città. Questo, ha concluso, “nuoce al candidato, anche se questo fosse il migliore dei candidati”.