Prosegue lo stato di agitazione degli addetti alle pulizie e sanificazione degli ospedali civili di Sassari e Ozieri. «Nonostante le numerose segnalazioni inviate all’attenzione dei soggetti interessati, a tutt’oggirimaste senza alcuna risposta, il personale che svolge le attività di pulizia continua a combattere civilmente la sua battaglia per il riconoscimento di un contratto aziendale rispettoso delle più elementari regole previste dal contratto nazionale».

La realtà attuale è fatta di carichi di lavoro assurdi, di frammentazione dell’orario di lavoro e di continui richiami e contestazioni che spesso assumono la valenza di vere e proprie prese di posizione personali: «Tutto ciò non fa altro che alimentare situazioni di stress da lavoro – dicono dal sindacato UilTrasporti – con conseguente e continuo ricorso alle cure mediche da parte del personale».

Nel frattempo le aziende aggiudicatarie degli appalti di pulizia continuano a mandare avanti l’attività lavorativa attraverso massicce operazioni di assunzione di personale a tempo determinato, passando attraverso agenzie interinali.

«Seppure legittime – dichiara ancora la Uiltrasporti – queste assunzioni stridono con la carenza di ore contrattuali, situazione nella quale si ritrova la quasi totalità dei dipendenti che, ricordiamo, lavora con contratti part-time, spesso con il minimo dell’orario settimanale consentito. Sarebbe ora che si  avviasse un percorso di innalzamento dell’orario di lavoro tra le dipendenti già presenti nelle aziende interessate, così come previsto dagli accordi stipulati con le stesse aziende in sede di cambio di appalto».

Altro aspetto su cui la UiltTasporti punta l’attenzione riguarda la necessaria profilassi medica e la formazione sulla sicurezza, alla quale tutte le aziende sono obbligate a sottoporre i lavoratori, compresi quelli assunti dalle agenzie interinali e su cui «si spera chi di dovere faccia i dovuti accertamenti. E ancora: la pulizia degli indumenti di lavoro, al contrario di quanto previsto dai vari protocolli, avviene a cura dei dipendenti, con evidenti effetti legati alla mancata uniformità e resa dei processi di lavaggio e disinfezione degli indumenti stessi».

Il segretario Antonio Sias pone ancora una volta l’accento sulla situazione ricordando che «si sta parlando di personale che opera all’interno di strutture ospedaliere nelle quali aspetti come quello della pulizia – non solo degli ambienti ma anche delle dotazioni degli operatori -, delle varie attività e mansioni che comportano talvolta il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi,  non possono essere demandati alla buona volontà delle persone ma devono seguire precisi protocolli e adempimenti anche da parte dei responsabili. Responsabili che dovrebbero essere nominati dai lavoratori ma di cui, ancora oggi, non siamo a conoscenza».