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Cambia la Giunta, ma le rivendicazioni con lo Stato in materia di accantonamenti restano. Sui contributi della Sardegna alla finanza pubblica per il ripianamento del debito statale il neo assessore alla Programmazione e Bilancio, Giuseppe Fasolino (Fi) ha già scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Giovanni Tria e alla responsabile degli Affari regionali Erika Stefani. Obiettivo, fissare la data per un vertice.

Oggetto della lettera è l’intesa sul concorso alla finanza pubblica e la ridefinizione dei rapporti Stato-Regione alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che riconosce alla Regione un credito di 285 milioni di accantonamenti versati ma non dovuti. Fasolino chiede anche “rassicurazioni circa la proroga del termine per l’intesa Stato-Regione”. La scadenza per un accordo sulle somme contese, slittata da gennaio al 15 marzo per l’inerzia del governo, era stata poi ulteriormente differita a metà giugno. Ora l’assessore sollecita un’ulteriore proroga.

Nella partita rientrano anche i 13 milioni riconosciuti dal Tar e riguardanti i redditi da capitale del periodo 2010-2016, e poi le riserve trattenute indebitamente dallo Stato e riconosciute dalla Consulta per un valore di circa 78 milioni. “Spero di riuscire a trovare un punto di incontro perché sarebbe la soluzione migliore per tutti – ha dichiarato Fasolino – ma a prescindere da questo, non si può trattare troppo sui diritti dei sardi, sono soldi che spettano a noi, non vorrei che venissero utilizzati per altri scopi”. Intanto nella prossima riunione di Giunta, si dovrebbe deliberare di resistere in giudizio contro il ricorso dello Stato sui 285 milioni che la Giunta Pigliaru aveva iscritto a Bilancio tra le entrate della Regione. E che lo Stato, nella sua Finanziaria, ha comunque previsto di trattenere a titolo di accantonamenti. Da qui l’impugnazione reciproca delle rispettive leggi di Bilancio. E adesso la Sardegna è pronta a resistere in giudizio.