“È importante ogni tanto soffermarsi sulla bellezza del dono e sul cuore grande di chi costantemente offre il suo sangue. Il desiderio di “restituire il dono” ha spinto l’Avis di San Gavino Monreale e ThalassAzione Medio Campidano a unire le forze per dire grazie ai donatori e a chi quotidianamente offre le proprie risorse (professionali, di cura familiare, di volontariato) per investire sulla salute e il benessere di tanti. Si è voluto aprire un varco sull’ignoto che solitamente segue una donazione. Che fine fa, insomma, il sangue che si dona? Intorno a questa domanda si è svolto il convegno “Il dono che salva – Consapevolezza sull’uso del sangue donato”, tenutosi sabato 16 marzo presso il Teatro di San Gavino Monreale con il patrocinio dell’amministrazione comunale. I partecipanti sono stati accolti dai presidenti delle associazioni organizzatrici, Diego Cotza per l’Avis e Eloisa Abis per ThalassAzione, che dopo un breve saluto hanno lasciato le redini al giornalista Anthony Muroni. Ospiti speciali sulle poltrone del salotto cinque testimoni che, grazie anche alla professionalità e estrema sensibilità del conduttore, con generosità e emozione hanno condiviso la loro esperienza di donazione. La tanto attesa proiezione del docufilm, curato dallo stesso Anthoni Muroni su commissione di ThalassAzione Onlus, è stata un proseguo naturale delle testimonianze. Un’opera di alta qualità e forte impatto emotivo che accompagna gli spettatori sui passi da gigante fatti dalla ricerca e dalla medicina nella lotta contro la talassemia. Passi raccontati con semplicità e grande umanità da medici e ricercatori e soprattutto dagli stessi talassemici, oggi adulti, con vite lavorative avviate, con la propria famiglia e che, pur con alcuni limiti legati alla patologia, davvero possono dire di aver raggiunto “Il sogno di una vita (quasi) normale”, titolo dello stesso docufilm. È stato bello per i donatori ascoltare le storie di chi riceve il sangue, capire quanto davvero anche una sacca in più o in meno possa fare la differenza tra la vita e la morte. Ed è stato bello anche per chi ha ricevuto o costantemente riceve il sangue avere l’occasione di dire grazie in una serata così ricca di incontri e emozioni”.

Francesca Chiu