“Per rispondere alle gravi minacce di morte contro i giornalisti, attribuibili a reti mafiose o organizzazioni estremiste” sono “quasi una ventina” i cronisti italiani sotto scorta permanente, il doppio rispetto all’anno scorso. Lo scrive Reporters sans frontières nel rapporto annuale sulla libertà di stampa che colloca il nostro Paese al 43/mo posto. “Il livello di violenza espressa contro i professionisti dell’informazione della penisola si aggrava soprattutto in Campania, Calabria, Puglia e in Sicilia, ma anche a Roma e dintorni”.