La condanna a tre anni e tre mesi per una parte delle spese contestate, ma l’assoluzione dall’accusa di aver fatto pagare una fattura a un’azienda riconducibile al compagno. È la sentenza della Corte d’Appello di Cagliari nei confronti dell’ex sottosegretaria alla Cultura del governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd).

In primo grado l’ex consigliera regionale era stata condannata a 4 anni per peculato nell’ambito dell’inchiesta sull’uso, ritenuto illecito, dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. 

Francesca Barracciu, difesa dall’avvocato Franco Luigi Satta, era presente in aula e ha ascoltato in silenzio la lettura della sentenza. La Corte ha ritenuto prescritte alcune somme dal dicembre 2005 all’aprile 2006, rideterminando la pena per il resto delle contestazioni.

Nella requisitoria la sostituta procuratrice generale Maria Grazia Genoese aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado. La difesa, invece, aveva sollecitato la nullità della sentenza, sostenendo che sia stata leso il diritto della difesa con lo stralcio della posizione della Barracciu dal resto degli imputati ancora in attesa del processo di primo grado. Per questo appare scontato in ricorso alla Corte di Cassazione.

L’esponente del Pd, a cui vengono contestati circa 80mila euro, ha rilasciato solo una breve dichiarazione dopo il verdetto. “Andremo serenamente al terzo tempo – ha detto con accanto l’avvocato Satta – davanti alla Cassazione”.