Anche nella XVI legislatura il rischio “porte girevoli” in Consiglio regionale è molto alto. Ad oggi risultano notificati all’ufficio di Presidenza del ben 14 ricorsi. Mentre sono venti i membri dell’Assemblea che potrebbero dover lasciare il posto in Aula. Il Tar si pronuncerà in due udienze del 12 e del 26 giugno. Otto ricorsi sono stati presentati in contestazione delle liste ammesse nella competizione elettorale nonostante la mancata raccolta delle firme di un numero minimo di elettori: ciò è potuto avvenire utilizzando la via dell’adesione tecnica che consente a un consigliere uscente di ‘patrocinare’ una lista non rappresentata, permettendo alla stessa di non raccogliere le sottoscrizioni per partecipare alle nuove elezioni.

I primi a proporre questa rivendicazione sono stati Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta dell’Upc e Marzia Cilloccu di Campo progressista. A seguirli a ruota Edoardo Tocco (FI), Andrea Tunis (Sardegna 20Venti), Luca Pizzuto (LeU), Pietro Cocco (Pd), Gaetano Ledda (Psd’Az), Maria Paola Curreli (Pd). Per lo stesso motivo ha presentato ricorso anche un elettore, Pietro Ciccu. In questi casi rischierebbero il seggio i consiglieri di Lega, Fortza Paris, Sardegna Civica, Noi con Massimo Zedda e Futuro Comune con Massimo Zedda. Gli altri atti riguardano l’attribuzione dei seggi. Ricorrenti sono Nello Cappai (Uds) contro Alfonso Marras (Riformatori), Ivan Piras (FI) sempre contro Marras, Antonio Solinas (Pd) nei confronti di Salvatore Corrias, Gianluigi Piano, Valter Piscedda, Ignazio Manca.

Poi, Raimondo Perra (Cristiano popolari socialisti) nei confronti di Franco Stara (Futuro Comune), Sebastiano Cocco (Sardegna in Comune) contro Maria Laura Orrù di Sardegna in Comune. Un ricorso arriva anche da Marco Ligas con altri 24 cittadini patrocinati da Andrea Pubusa per l’annullamento delle elezioni a causa di “una legge elettorale oscura, illegittimo premio di maggioranza, e l’esclusione dall’Assemblea del candidato M5s Francesco Desogus.