“Voglio proporre a questo Consiglio una sfida nuova, un confronto su un’idea complessiva e non settoriale di Sardegna: la chiave di lettura è l’identità sarda, che si declina in ogni proposta programmatica di settore attraverso la domanda: quale vantaggio per la Sardegna? Quale profitto per i sardi?”.

Si snodano da questo concetto le dichiarazioni programmatiche rese oggi dal presidente della Regione Christian Solinas che ha parlato in Aula per oltre un’ora. Un’identità che attraversa i settori politico-istituzionale, economico, territoriale ed ambientale, culturale, industriale, artigianale, rurale. Sul piano politico Solinas ha auspicato “un nuovo Statuto elaborato da una Assemblea costituente, che allargando gli spazi di autogoverno consente di affrontare in modo efficace le tante vertenze aperte con lo Stato con in più quella sulle accise”.

Sul piano interno ha prefigurato “uno schema istituzionale che metta al centro gli Enti locali, semplifichi il quadro superando le Unioni dei Comuni e riporti in superficie le Province come unici Enti intermedi”. Necessaria, secondo il presidente della Giunta, è anche “una radicale semplificazione legislativa”.

Sul piano dell’identità economica ha fatto riferimento allo scenario macro-economico, ricordando che il Pil regionale è calato, determinando il declassamento della Ue. Nel discorso di Solinas paesaggio e turismo sono collegati. Turismo che “deve essere aperto ai capitali stranieri solo se va a beneficio dei sardi, facendo della qualità architettonica il caposaldo della nuova legge urbanistica”. Sulla sanità, il governatore ha ricordato che “è molto cambiata ma in negativo, perché ha di fatto allontanato i cittadini dalla stessa idea di servizio sanitario; oggi siamo fra le Regioni peggiori d’Italia secondo tutti gli indicatori ed abbiamo il maggiore disavanzo, di qui la volontà di cambiare modello con più qualità, una medicina più vicina ai cittadini, con la collaborazione degli Enti locali ed una forte spinta all’innovazione tecnologia riconquistando per migliorare il servizio e riconquistare la fiducia degli utenti”. Infine, un passaggio sull’identità rurale che va valorizzata riavvicinando gli operatori del settore alla Regione con provvedimenti mirati come istituzione di zone a burocrazia zero.