Dopo un anno di digiuno, la Dinamo Banco di Sardegna riassapora il gusto dei playoff. Il sedicesimo risultato utile di file, la nona vittoria consecutiva in campionato, regalano a Sassari un quarto posto che ha davvero del sensazionale, soprattutto per come si erano messe le cose a metà stagione.

Nell’ultima giornata i ragazzi di Gianmarco Pozzecco hanno battuto al PalaSerradimigni l’Acqua San Benedetto Cantù per 87-81, cacciando i diretti avversari fuori dalla griglia playoff e assicurandosi il vantaggio del campo nella sfida al meglio delle cinque partite che da sabato la opporrà alla Happy Casa Brindisi.

Arrivato a mettere ordine e riportare entusiasmo in un ambiente depresso dall’infortunio di Scott Bamforth, dalle dimissioni del tecnico Vincenzo Esposito, dal complicato inserimento di Tyrus McGee e Justin Carter, dalla difficile creazione di uno spirito di gruppo e da un tifo ormai disilluso, Pozzecco è riuscito a restituire al “pianeta Dinamo” lo stesso spirito di qualche anno fa.

Al di là di come andrà – e senza voler fare alcun paragone con lo straordinario incastro di eventi che nel 2015 portò Sassari a conquistare uno storico ‘triplete’ – squadra, staff tecnico, dirigenza e tifosi sembrano tornati quelli di quegli anni là. La squadra va a mille, diverte e, soprattutto, si diverte.

Pozzecco bada soprattutto a sdrammatizzare ogni situazione e a tirare fuori da ognuno il meglio di sé, la società ha imparato con gli anni a stare un passo indietro, gestendo tutto nei minimi dettagli e facendo sentire la propria presenza alla squadra, ma senza sovraccaricarli di pressioni e responsabilità ulteriori. E il pubblico gongola, gioisce, sorride e sogna.

È quel che è successo anche ieri a Sassari, con una squadra capace di tirare fuori energie impensabili, sul piano fisico e mentale, per recuperare una partita non semplice, contro una squadra che esce dai playoff solo per la classifica avulsa, ma che anche ieri ha dimostrato una solidità notevole. La sfida con Brindisi, a questo punto, è alla portata ma da non sottovalutare.